Piazza Beccaria, la prima casa nata da una stampante 3D / FOTO

Prove di casa tecnologica con la posa della “prima pietra”. Poi verrà spostata a Bergamo

Prove di casa tecnologica in piazza Beccaria (LaPresse)

Prove di casa tecnologica in piazza Beccaria (LaPresse)

Milano, 21 marzo 2018 - La casa del futuro è realizzata con le stampanti 3D. In piazzale Beccaria, a due passi dal Duomo, c’è il cantiere della prima casa in calcestruzzo creata con stampante in 3D, che sarà completata ed esposta per la settimana del Salone del mobile, dal 17 al 22 aprile. È una delle prime abitazioni al mondo realizzata con questa tecnica, unita a questi materiali, ed è firmata Italcementi. In pratica un macchinario, simile ad una gru, ‘recepisce’ il progetto e lo realizza sotto la supervisione degli operai. L’opera è una casa di circa cento metri quadrati con zona giorno, zona notte, cucina e bagno. Ha un’altezza di 3,20 metri e un tetto verde calpestabile. Al termine del Salone del mobile sarà spostata a Bergamo e forse tornerà dove è nata, al Kilometro Rosso. Massimo Borsa, ingegnere Italcementi responsabile del Laboratorio di innovazione, spiega: «La collocazione finale sarà a Bergamo, abbiamo pensato vicino alla nostra struttura i.lab al Kilometro Rosso, ma stiamo lavorando anche a due alternative. Sempre vicino a strutture Italcementi». Al progetto hanno lavorato 15 ricercatori, per circa 15mila ore, a partire dal 2015.

«Uno degli obiettivi  principali – aggiunge Borsa – è dimostrare che si possono già fare abitazioni con questa tecnologia. Spingiamo perché questo avvenga il prima possibile, ma dipende dal grado di recepimento da parte del mercato». La nuova tecnologia, sottolinea l’ingegnere, «permette di realizzare case e strutture in materiale cementizio, in poco tempo e in modo sostenibile». Attualmente «costruire queste case costa due o tre volte di più di quelle tradizionali, ma intravediamo già la possibilità di ridurre i costi». A breve «si potrebbe addirittura scendere sotto i costi di costruzione degli edifici attuali». E si tratta di «abitazioni indicate per il social housing o per fungere da case temporanee quando ci sono eventi catastrofici, come i terremoti». L’architetto del progetto, Massimiliano Locatelli della Cls Architetti, ha ha detto che «in futuro ognuno potrà scegliere il materiale e il colore prima di iniziare la casa. Ci sono pochissimi gruppi nel mondo che hanno sviluppato questa tecnologia. Cambierà rapporto tra architetto e committente, non ci saranno più vincoli negli ambienti, come ad esempio i pilastri». Mentre l’assessore milanese alle Attività produttive, Cristina Tajani, ricorda che il Comune «ha voluto accompagnare questo progetto offrendo uno spazio al centro della città». 

 

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