Quinto Romano, nasce Casa Caldera: modello di housing sociale

Inaugurata la casa famiglia per persone con disabilità grave, aiutate dal personale che si avvicenda giorno e notte. Un sostegno per gli ospiti e i familiari

A Milano nasce Casa Caldera

A Milano nasce Casa Caldera

Milano, 12 dicembre 2019 - A Milano, nel quartiere di Quinto Romano, è stata inaugurata Casa Caldera, struttura dedicata alle persone con disabilità complesse, nata dall'incontro tra tre realtà: Spazio Aperto Servizi, Fondazione Durante Noi e Fondazione Idea Vita.

La cucina è grande e luminosa. Ed e' un po' il cuore della casa. Intorno ci sono le camere spaziose e il salone. Casa Caldera non e' molto diversa da un qualsiasi appartamento, anche se e' ben attrezzata per diventare la casa di persone con grave disabilita': ha infatti un bagno nel quale si puo' muovere anche una barella e in ogni stanza c'e' un sollevatore che consente di spostare le persone da un ambiente a un altro.  Nei suoi 260 metri quadri Casa Caldera puo' accogliere fino a cinque persone con disabilita' grave, aiutate dal personale che si avvicenda giorno e notte.

"Noi siamo genitori e abbiamo sempre saputo cosa volevamo per il futuro dei nostri figli bisognosi di tanto sostegno - ha spiegato Gabriella Mosca, presidente di Fondazione Durante Noi - Abbiamo sempre pensato che la casa del futuro dovesse essere un luogo in cui trascorrere una buona vita, dove il quotidiano tenesse conto dei desideri e delle inclinazioni di ciascun abitante e dove ad accompagnare i nostri figli ci fossero persone meravigliose". A Casa Caldera le persone con disabilita' potranno decidere di viverci per tutta la vita o anche solo per brevi periodi. Per qualcuno sara' solo una prima tappa per provare una vita autonoma, lontano dai genitori. Oggi ci vive gia' una ragazza, altri stanno sperimentando periodi piu' o meno lunghi. Una parte delle spese sono coperte grazie alla legge sul Dopo di Noi (la n. 112 del 2016).

 "Abbiamo dovuto fare uno sforzo anche noi genitori per abituarci all'idea che Nicolo' possa vivere, anche solo per qualche giorno, lontano da noi - ha raccontato il papà, Antonino Abbate-. Questa e' una soluzione sicuramente piu' umana rispetto ai grandi istituti. L'unico nostra preoccupazione e' che finiscano i fondi della legge sul dopo di noi. Spero sia sempre finanziata dal Governo, altrimenti noi non potremmo permetterci la spesa di far abitare qui Nicolo'". "Nel corso dei nostri 25 anni di vita abbiamo ideato, testato e collaudato attraverso dodici case un modello di housing sociale volto a favorire la realizzazione dell'autonomia abitativa nei confronti di giovani adulti con disabilita' e delle loro famiglie, portando avanti decine di percorsi personalizzati. Vogliamo puntare alla socialita' e al contatto con i servizi offerti dal quartiere - ha rimarcato la presidente di Spazio Aperti Servizi, Maria Grazia Campese- Ecco perche' le nostre Case si trovano in contesti residenziali o condomini. Pensiamo che questo sia un segno, una presenza importante per lo stesso territorio e per i vicini delle nostre abitazioni. Ogni casa presenta spazi e arredi propri, un appartamento condiviso da piu' inquilini e personalizzato secondo esigenze e gusti di ciascun abitante. In questo modo ogni persona puo' vivere autenticamente la propria vita di relazioni e socialita'". 

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