Carugate, coprifuoco al Carosello: "Un’ecatombe"

Al centro commerciale la domenica a porte chiuse registra -69% di clienti

Il grosso dei 116 negozi, 1.500 posti di lavoro, ha tenuto la saracinesca abbassata

Il grosso dei 116 negozi, 1.500 posti di lavoro, ha tenuto la saracinesca abbassata

Carugate (Milano), 26 ottobre 2020 - Deserto in galleria. La Regione cancella lo shopping al Carosello nel weekend, "ieri, - 69% di clienti". Fabrizio Da Rin, senior asset manager del centro commerciale di Carugate, tiene gli occhi sul conta-persone. Un confronto impietoso "con la stessa domenica di un anno fa", quando la pandemia non infuriava, mentre rispetto al 17 ottobre scorso il crollo è del 60%". Numeri che fanno paura, "prevediamo un nuovo drastico taglio del giro d’affari: -30%".

Il dispositivo controlla ogni minuto quante persone ci sono all’interno dello store e al limite fissato dal protocollo sanitario scatta la chiusura delle porte, i vigilantes pregano gli acquirenti di mettersi in fila e di aspettare il proprio turno. "È una delle tante misure anti-contagio che abbiamo adottato e che il 18 maggio ci ha permesso di riaprire. Ma non basta. Al Pirellone avevamo chiesto di aumentarle, evitando di chiuderci: non ci hanno dato retta".

A parte i servizi essenziali – alimentari, farmacia, parrucchieri, duplicato-chiavi – il grosso dei 116 negozi, 1.500 posti di lavoro, ha tenuto la saracinesca abbassata nel fine settimana, "l’impatto psicologico delle misure per contrastare l’epidemia ha un effetto immediato sugli habitué del super, il netto calo dell’affluenza ne è la dimostrazione più concreta. Alle autorità abbiamo spiegato che il Centro è sicuro, ma non c’è stato niente da fare. Pochi sanno che abbiamo moltiplicato le guardie giurate per evitare violazioni delle misure, investito sui dispositivi di sicurezza e che forniamo mascherine gratis a chi l’ha dimenticata – spiega il dirigente - Abbiamo rivisto i percorsi, accessi e punti di uscita, non c’è un pezzettino dei 52mila metri di superficie che non sia coperto da un adesivo, abbiamo potenziato il riciclo d’aria, è come essere all’aperto. Ma non basta".

«Ai negozi abbiamo abbonato due mesi d’affitto corrispondenti al lockdown, una perdita enorme, ma che abbiamo considerato giusta. In Italia le nostre vetrine sono 800. Molti hanno subìto una riduzione dei ricavi del 40%, sono riusciti a ripartire grazie al nostro aiuto e al credito di imposta del governo per le attività sotto i 5 milioni di fatturato. Altrimenti, sarebbe stato un disastro". Prospettive? "Drammatiche. La seconda volta non andrà così. Senza contare che all’orizzonte sembrano profilarsi altri paletti. Al netto di una palese discriminazione: i negozi in centro città sono aperti". Sparite o quasi le migliaia di auto che la domenica riempivano il parcheggio, ieri c’erano 713 persone nei corridoi, fra una cler e l’altra: "Un terzo in meno del solito".  

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