Carugate, usa il telefonino in classe e prende 7 in condotta. Tar annulla il voto

I genitori della studentessa hanno subito fatto ricorso: secondo i giudici gli insegnanti non hanno rispettato "il principio del contraddittorio"

Un cellulare

Un cellulare

Milano, 13 giugno 2018 - Usa il telefonino in classe e si prende sette in condotta. Ma fa ricorso al Tar e il voto viene annullato. E' successo in una scuola media di Carugate: la studentessa aveva tirato fuori il cellulare durante la lezione, senza l'autorizzazione dell'insegnante, per fare un video che poi è finito anche sui social network. Immediatamente, l'istituto scolastico ha deciso di applicare un richiamo scritto, ossia una sanzione disciplinare, e soprattutto un 7 in condotta. Decisioni, però, tutte annullate dal Tar della Lombardia dopo il ricorso dei genitori dell'adolescente perché, in sostanza, gli insegnanti, a detta dei giudici, non hanno sentito la versione della ragazzina.

L'istituto scolastico, in pratica, scrivono i giudici (presidente Ugo Di Benedetto) nella sentenza, non hanno rispettato il "principio del contraddittorio" non avendo "inviato all'interessata alcuna contestazione degli addebiti e non avendo, a maggior ragione, provveduto ad acquisire, nel corso del procedimento, le ragioni dell'incolpata". Anche la valutazione della condotta, spiega la terza sezione del Tar, è "affetta da illegittimità in quanto basata, a quanto risulta e in mancanza di ulteriori specificazioni da parte dell'Amministrazione intimata, su un unico episodio peraltro neppure adeguatamente ricostruito". Per "resistere" al ricorso presentato dai genitori della ragazzina su quel fatto, avvenuto nell'anno scolastico 2016-2017, si è costituito nel procedimento anche il Ministero dell'Istruzione. I giudici chiariscono, però, che nel "regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria" si dice espressamente che "nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni". L'alunna "è stata sentita" dall'insegnante che era in classe ma solo in via "informale" e non è stato nemmeno accertato se la studentessa fosse consenziente o meno "alla successiva pubblicazione del video" sui social. Così i giudici hanno annullato la sanzione inflitta nel febbraio 2017 e pure il verbale del Consiglio di classe che diede il 7 in condotta. 

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