Cartello contro Conte, "non volevo offendere"

Si difende il commerciante che gli augurava la morte "Era solo una metafora. Sono in crisi per l’attività"

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"Intere categorie lapidate dai Dpcm. Siamo con le spalle al muro. Ecco da dove nasce il cartello contro il premier. Chiedo scusa a lui e a tutti. Non volevo offendere nessuno. Era una metafora". Marco Dominelli è il commerciante di Cernusco che domenica ha fatto parlare di sé tutta Italia per quella frase "L’unica speranza è che muoia Conte" appesa sulla vetrina all’ora di chiusura e poi tolta alle 15, dopo l’intervento dei carabinieri.

"Mi riferivo a una fine politica, non certo reale – spiega l’esercente – non la augurerei mai a nessuno".

"Vi chiedo di mettervi nei miei panni e in quelli di tanti colleghi: siamo in zona rossa, ma il centro è pieno di gente – prosegue Dominelli –. Solo i negozi devono rimanere chiusi. Un controsenso. Sabato erano entrate due persone in una mattinata. Ero disperato. Quelle parole sono venute così. Ma non volevo in nessun modo urtare né il primo ministro, né gli italiani. Sono stato costretto a oscurare i miei profili social: ho ricevuto centinaia di minacce, anche di morte. Sono stato travolto da insulti. Chiedo un minimo di comprensione: pago 1.400 euro di affitto per un’attività che praticamente è chiusa da un anno, tranne la pausa estiva in cui ho venduto qualche costume. Non lavorare è una tragedia. Ancora qualche mese così e non rialzerò mai più la cler. Ho quasi sessant’anni, vedo sfumarmi davanti agli occhi i sacrifici di una vita".

Barbara Calderola

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