La carrozzina rotta dopo il volo in stiva. E Anita è costretta a tornare a casa

Ha l’atrofia muscolare ma la sedia a rotelle viene trattata come un trolley: ferie finite prima di iniziare e causa contro Ryanair

Anita Pallara, 42 anni

Anita Pallara, 42 anni

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Milano - Anita Pallara avrebbe dovuto iniziare le vacanze il 6 luglio, giorno in cui è atterrata all’aeroporto di Cagliari. Ma la sua permanenza in Sardegna è durata appena il tempo necessario a trovare un volo che le consentisse di tornare indietro e recuperare una vecchia carrozzina. La sua carrozzina, quella sulla quale si muove ogni giorno, quella sulla quale avrebbe voluto e dovuto muoversi anche durante la vacanza in Sardegna, è stata danneggiata durante il volo. Danneggiata al punto da essere pressoché inutilizzabile. "Dispositivo di input proporzionale non connesso": questo il messaggio apparso sul display del telecomando della carrozzina quando gliel’hanno riconsegnata, corredato da un inequivocabile cartello di “Stop“. Quella di Anita è una carrozzina elettrica. E altamente personalizzata.

Il display della carrozzina fuori uso
Il display della carrozzina fuori uso

Quarantadue anni, social media manager e presidente dell’associazione “Famiglie SMA“ di Lainate (Milano), Anita ha l’atrofia muscolare spinale (SMA), una patologia rara che provoca una grave disabilità motoria. Da qui la necessità di una carrozzina a trazione elettrica, che possa essere guidata attraverso un joystick e personalizzata in base alla postura che Anita deve tenere per non sentire dolore e in base al suo peso e alla sua altezza. "Quando mi hanno restituito la carrozzina il joystick non funzionava più, la seduta non era quella giusta per la postura che devo tenere, i braccioli erano rotti e mancava una pedana". Per Anita, come per chiunque abbia l’atrofia muscolare spinale, la carrozzina è un supporto irrinunciabile: "Senza la mia carrozzina io non posso muovermi – spiega la social media managar –. La carrozzina è l’equivalente delle mie braccia e delle mie gambe, è la mia unica possibilità di autonomia. Se non posso assumere la postura corretta provo dolore, faccio fatica a mangiare e bere autonomamente. Ora la mia carrozzina è distrutta ed è come se mi avessero amputata".

Una volta constatate le condizioni nelle quali versava la sua carrozzina, Anita si è procurata un joystick sostitutivo ma non è bastato: la carrozzina non si è riattivata. Da qui la scelta di tornare a casa e recuperare una vecchia carrozzina usata in passato.

Nonostante questo, ad oggi non è certo che Anita possa essere risarcita del danno: al momento Ryanair, la compagnia aerea con la quale il 6 luglio ha raggiunto Cagliari da Bari, non ha preso alcuna posizione sulla richiesta di risarcimento avanzata da Anita attraverso il suo legale, Edno Gargano, esperto in diritto del turismo. Per ora Ryanair si è limitata ad offrirle gratuitamente il volo di ritorno, offerta che Anita ha rifiutato dopo l’esperienza del volo di andata optando per altre compagnie aeree e segnalando l’accaduto all’Osservatorio Malattie Rare (OMAR), che ne ha dato risonanza. 

La vicenda di Anita, infatti, porta alla luce un tema mai affrontato: la carrozzina è finita nella stiva del velivolo perché le norme del trasporto aereo la parificano in tutto e per tutto ad un normale bagaglio, ad una valigia, nonostante per Anita, come per altre persone con disabilità, la carrozzina sia un’estensione del proprio corpo, nonostante valga né più né meno come un braccio o una gamba, nonostante sia l’unica garanzia di mobilità in autonomia. In questo caso si trattava, poi, di una carrozzina sofisticata e personalizzata. L’equiparazione ad un normale bagaglio vale anche nell’eventualità in cui Anita dovesse ottenere un risarcimento: "Secondo la Convenzione di Montreal – spiega l’avvocato Gargano – il risarcimento massimo che può essere chiesto ad una compagnia aerea è di 1.300 euro in caso di smarrimento o danneggiamento del bagaglio. Mentre è di 100.000 euro in caso di danni alla persona. Con la vicenda di Anita cercheremo di fare giurisprudenza perché la carrozzina non può in alcun modo essere assimilata ad un bagaglio e di conseguenza il danno rappresentato dal suo danneggiamento deve essere considerato e risaricito come un danno alla persona".

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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