Carrefour, piano lacrime e sangue Nella sede di Milano 170 esuberi

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MILANO

Un piano lacrime e sangue che solo negli uffici del quartier generale di Milano mette a rischio 170 posti di lavoro, su un totale di circa 1.800 possibili esuberi a livello nazionale. Il ridimensionamento della presenza in Italia del gruppo francese Carrefour, che ha annunciato un piano di ristrutturazione con l’obiettivo di "recuperare 31 milioni di euro sul costo del personale", avrà pesanti ripercussioni anche sull’occupazione a Milano e in Lombardia. La volontà dichiarata dalle parti sembra comunque escludere un ricorso ai licenziamenti, puntando a un accordo su incentivi all’uscita e prepensionamenti. È in ogni caso "un fulmine a ciel sereno" per i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs. "Non ci aspettavamo certo l’annuncio della quinta ristrutturazione in 10 anni e l’ennesima riduzione di personale", spiega il segretario generale aggiunto Uiltucs, Paolo Andreani, sottolineando che "la multinazionale accelera sul franchising, rivede il piano industriale del 2019 e penalizza l’occupazione" con la conseguenza di avere fino a "1.800 esuberi e la cessione di 106 negozi", fra cui 41 solo in Lombardia.

Per l’azienda invece il piano di trasformazione è "finalizzato a rafforzarne la crescita" e prevede, nell’ambito del confronto con i sindacati, "l’attivazione di un piano sociale esclusivamente su base volontaria, che potrà prevedere interventi di formazione e riqualificazione del personale per favorirne il ricollocamento, programmi di sostegno all’imprenditorialità e incentivi all’esodo". L’impatto sull’impiego, afferma il gruppo, "è stimato in circa 600 collaboratori impiegati nei punti vendita diretti e circa 170 persone impiegate presso la sede centrale" a Milano.

A.G.

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