Carpiano, uccise nel sonno. Il ricordo: "Talvolta i mostri avvelenano i pensieri"

L’arcivescovo Delpini ha partecipato alla cerimonia per ricordare Catherine e la figlia 15enne Stefania, morte un mese fa

Palloncini bianchi e testimonianze dalle amiche e compagne di scuola della quindicenne

Palloncini bianchi e testimonianze dalle amiche e compagne di scuola della quindicenne

Carpiano (Milano) -   Palloncini bianchi, occhi lucidi e tanta commozione. Sabato sera a Carpiano è stata ricordata la tragedia consumatasi un mese fa nella frazione di Francolino, quando Salvatore Staltari prima di togliersi la vita ha ucciso la moglie e la figlia appena rientrate da un periodo di vacanza. Le ha massacrate nel sonno all’alba e poi alcune ore più tardi, dopo aver chiamato il 112, si è tolto la vita alla stesso modo in cui ha annientato la famiglia: sparandosi alla testa. L’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha partecipato alla cerimonia voluta dal parroco don Antonio Loi per ricordare Catherine Panis, 42 anni, e la figlia Stefania, di 15, ammazzate il 22 agosto scorso.

«Abitano mostri nelle profondità insondabili dell’animo umano – sono state le parole dell’arcivescovo in un silenzio irreale tra le oltre 200 persone presenti –. I mostri sono come rintanati in caverne inaccessibili. Escono, talvolta, dai loro nascondigli e spaventano i bambini con incubi notturni. Assaltano talvolta la mente di un adulto e avvelenano i suoi pensieri e confondono la verità e le ombre e cancellano la differenza tra il bene e il male, i mostri. Qualche mostro ostile ha operato in questa tragedia ma Gesù si rivela come colui che può vincere i mostri". Le amiche di Stefania, compagne del corso di ballo, hanno danzato per lei liberando una nuvola di palloncini bianchi verso il cielo. Un docente dell’istituto Einaudi di Lodi ha poi annunciato che un laboratorio della scuola verrà dedicato a Stefania.

Presente alla cerimonia anche il sindaco di Carpiano Paolo Branca: "Siamo di fronte all’ennesimo femminicidio. Non posso non interrogarmi sul fatto che non ci siano stati segnali che se colti forse avrebbero potuto evitare tutto questo. Forse dovremmo essere un po’ più coraggiosi, non temere di invadere la sfera privata del nostro vicino di casa e creare le condizioni per assicurarci che chi vive certi disagi non abbia paura di chiedere aiuto".