Caregiver, passo in avanti della Regione E l’Onu accoglie il ricorso delle famiglie

In commissione via libera alla legge lombarda. Le Nazioni Unite con Confad: "L’Italia è inadempiente"

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Correva l’anno 2006 quando l’Italia firmava la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Tra gli impegni assunti con la firma della Convenzione c’era anche quello di procedere con il riconoscimento dei caregiver famigliari, vale a dire: il riconoscimento giuridico e previdenziale di chi si occupa a tempo pieno di un proprio caro non autosufficiente, sia esso un minore, un adulto o un anziano, rinunciando ad una vita professionale e riempiendo, in questo modo, i vuoti lasciati dal sistema dell’assistenza domiciliare e dai servizi ad essa connessi. In Lombardia i caregiver famigliari sono 450mila. Gli anziani non autosufficienti 510mila, mentre le persone con disabilità gravissima sono almeno 6.635: tante sono, per l’esattezza, quelle che percepiscono il voucher previsto dalla misura regionale B1, che è però vincolato al reddito, quindi il dato è significativo ma non esaustivo.

Ad ogni modo ad oggi quel riconoscimento non c’è ancora. C’è un iter legislativo avviato nel 2019 e rimasto in sospeso: la legge sui caregiver è una delle tante grandi opere rimaste incompiute. In attesa che il (nuovo) Governo provveda a portare a compimento ciò che è rimasto a metà, in questi giorni sono arrivate due sollecitazioni: una esplicita da parte delle stesse Nazioni Unite ed una indiretta da parte dei consiglieri regionali lombardi. Nel dettaglio, l’Onu ha accolto il ricorso con il quale Confad (Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità), già nel 2017, ha denunciato "l’insostenibile condizione di vita dei caregiver familiari in Italia" proprio "a causa di un ingiustificato vuoto legislativo". Il “Comitato per i diritti delle persone con disabilità“, ossia il più alto organismo riconosciuto a livello mondiale per la tutela dei diversamenti abili e delle loro famiglie, ha condannato "il mancato riconoscimento giuridico dello status sociale dei caregiver", ha riconosciuto "la violazione da parte dell’Italia degli obblighi internazionali assunti con la ratifica della Convenzione del 2006" e ha intimato all’Italia di correre ai ripari.

In Regione proprio ieri è stato compiuto un passo concreto. La commissione Sanità del Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge sui caregiver famigliari, frutto di un gruppo di lavoro bipartisan, trasversarle ai partiti, anche se in fase di approvazione non sono mancate polemiche. Ora il provvedimento dovrà essere approvato dall’aula del Pirellone l’8 novembre, ma il passo sembra compiuto.

Quanto ai contenuti della legge, la Regione si impegna a garantire "forme di sostegno economico per l’adattamento domestico, la fornitura di ausili e presidi e l’eliminazione di barriere architettoniche a favore delle persone assistite domiciliarmente dai caregiver", a "favorire accordi con le rappresentanze delle compagnie assicurative che prevedano premi agevolati e costi calmierati per le polizze stipulate dai caregiver", a promuovere "misure per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura" e, ancora, a promuovere "percorsi di supporto psicologico finalizzati al mantenimento del benessere e dell’equilibrio personale e familiare" e "interventi di sollievo dal carico delle cure per il caregiver che assista un soggetto affetto da patologie croniche". Quanto all’inserimento lavorativo, si prevede che la Regione promuova "percorsi formativi per caregiver", che "l’attestato di competenza di caregiver" sia "riconosciuto quale credito formativo per l’accesso ai percorsi di formazione del sistema regionale nell’ambito dell’assistenza alla persona, ivi compreso la formazione dell’assistente familiare". Non è finita. "La Regione favorisce il riconoscimento da parte di scuole, università ed enti accreditati alla formazione o al lavoro dell’esperienza maturata da studenti che abbiano prestato attività di cura e assistenza in qualità di caregiver attraverso percorsi di certificazione delle competenze". Per fare tutto ciò, sono previsti 900mila euro in 3 anni. Quanto alle polemiche, Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa ha fatto sapere come ieri "nel corso della discussionesia stato respinto il tentativo dell’assessore Alessandra Locatelli di introdurre una definizione fortemente restrittiva della figura del caregiver, limitata ai soli conviventi della persona in difficoltà. Una restrizione illogica e pericolosa, visto che un terzo degli anziani fragili, secondo Polis, vivono da soli, nonché contraria a qualsiasi legislazione nazionale in materia". Da parte sua, l’assessore sottolinea che "questa legge è fondamentale per andare incontro alle tantissime persone che, gratuitamente e con tanti sacrifici, si prendono cura dei propri cari".

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