Care donne mai arrendersi ai violenti

Migration

Maria Rita

Parsi

Vorrei dedicare questo “fil di cuore” a una bambina di 8 anni, Alexa, che sta vivendo la traumatica condizione di una figlia unica costretta ad assistere, sin dalla primissima infanzia, ai maltrattamenti di suo padre nei confronti di sua madre. Indegna violenza assistita a cui, dopo l’ennesima aggressione, sua madre si è sottratta con una denuncia. Ora Alexa vive protetta da noi, come Fondazione Movimento Bambino, dalla legge e da chi, come l’ispettore Walter P., con rispetto e responsabilità la rappresenta. E dal lavoro di sua madre. L’altro giorno, mentre ero in studio e lei, dopo aver fatto i compiti, si intratteneva giocando con i gatti e disegnando quel che le veniva in mente, un’allieva è venuta da me per fare la sua settimanale terapia. (N.B. In Psicoanimazione non usiamo la parola paziente. Siamo tutti, nessuno escluso, con pazienza, terapeuticamente in cura se, mentre affrontiamo i percorsi della vita, scegliamo di essere perennemente allievi. Allievi che vanno a scuola, acquisiscono strumenti adeguati da maestri, guide competenti che consentono agli allievi di superarli. E, poi, vanno a scuola da loro, continuando, con scienza, coscienza ed umiltà, a formarsi e a sperimentare. Fino all’ultimo giorno di vita). Dunque, per tornare a me, ad Alexa e all’allieva, questa donna, molto religiosa, mi porta in dono una stupenda icona cartacea di Gesù. Nel porgerla,commenta: "Tu dici sempre che Gesù è per te il più forte, puro e bello dei rivoluzionari! Mi sembra che in questa raffigurazione, lo sia!". La ringrazio, mi commuovo e, poi, noto che la busta da cui ha estratto l’icona merita attenzione. Soprattutto perché è di un delicato e nuvolato color marrone chiaro, simile a quello di una grande cornice che è in studio e che non ha ancora un’immagine al centro. Sulla busta, in alto, c’è una scritta ed un disegno . “Never” in verde e “give up” in rosso. Tra le due parole c’è un piccolo spazio sul quale troneggia il disegno di un cuore rosso con le ali. In basso, in nero c’è il disegno di tre semibraccia che sostengono il pugno chiuso di tre piccole mani. Come alle feste dell’Unità. Mi rivolgo d’impeto all’allieva: "Vedi com’è adatta alla mia cornice vuota anche il colore e il disegno della busta che conteneva l’icona? Ora la ritaglio e la incornicio!". "È vero – esclama lei –, incredibile!". Mi rivolgo poi ad Alexa perché non riesco a capire bene cosa significhi “Never, give up”. "Never è “mai”- le dico - Ma “give up”? Che significa?". Alexa mi guarda con quei suoi occhi di bambina bellissima e ferita: "Significa – risponde – “Non arrenderti mai!”. Come fa la mia mamma! Come fai te!".

Oggi si vota e, allora, mi viene da scrivere, rivolgendomi ad ogni persona che ama la libertà e la democrazia, "non arrenderti mai!". E lo stesso voglio dire alle migliaia di ragazzi, molti non ancora maggiorenni, scesi in piazza per ricordare a chi va votare che bisogna difendere dal degrado l’ambiente, la natura, il clima. E lo stesso voglio dire alle donne iraniane che si stanno ribellando, in patria e all’estero, in nome di Mahsa Amini, la 22enne uccisa dalla “polizia morale” perché indossava “male” il velo. Non arrendetevi mai, donne! E combattete sempre contro uomini che, ovunque nel mondo, sono carnefici della libertà, della democrazia e dei diritti, soprattutto quelli di donne e bambini! E che, con la loro bieca morale, con la loro impotenza mascherata da crudele dispotismo, con la loro miseria di maschilisti castrati e guerrafondai, minacciano la vita di tutti gli esseri umani. E nessuno si permetta di chiamarli “bestie” per non offendere gli animali! Costoro sono come il padre , la madre e i parenti di Saman e tutti gli affini che la pensano come loro. Sono miserabili signori della morte di fronte ai quali non bisogna arrendersi mai! . E “contro” i quali bisogna poter sempre votare “contro”!

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro