Milano primo comune in Italia a garantire ai detenuti riconoscimento e carta d’identità

Stranieri, persone senza fissa dimora, richiedenti asilo e madri detenute potranno così usufruire della protezione sociale e dei programmi di reinserimento

Foto d'archivio del carcere di San Vittore, a Milano

Foto d'archivio del carcere di San Vittore, a Milano

Con una svolta senza precedenti in Italia, ai detenuti del comune di Milano senza documenti verranno riconosciuti e gli verrà rilasciata una carta d’identità che permetterà loro di usufruire dei programmi di reinserimento sociale, dei percorsi terapeutici e della protezione sociale. L’amministrazione comunale milanese è la prima del Paese ad aver emanato questa direttiva in materia di identificazione e iscrizione anagrafica di detenuti ed ex detenuti.

Il Comune ha dichiarato che si tratta di un passaggio fondamentale “per impedire la privazione di molti diritti fondamentali e una condizione di sostanziale estraneità e isolamento nei confronti del territorio in cui si vive”. Questo traguardo per i diritti civili è il risultato di sei mesi di lavoro tra l'assessorato ai Servizi civici, gli istituti penitenziari milanesi, San Vittore, Opera, Bollate e Beccaria, e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano, Francesco Maisto.

Cosa prevede l’anagrafe per i detenuti

Ai detenuti, compresi gli stranieri, che non sono in possesso di un documento di riconoscimento del proprio Paese verrà rilasciata una carta d'identità sulla base di un documento chiamato IP3, desunto dal sistema informatizzato in uso all'Amministrazione Penitenziaria, purché riporti nome, cognome, luogo, data di nascita, cittadinanza e foto della persona.

La mancata iscrizione anagrafica, infatti, finisce per precludere ai detenuti stranieri privi di permesso di soggiorno la possibilità di elaborare e realizzare progetti di vita fuori dalla realtà penitenziaria.

Non si può, ad esempio, accedere a misure non detentive e programmi di reinserimento sociale, procedere con percorsi di continuità terapeutica già intrapresi in custodia una volta scontata la pena, fruire di programmi residenziali di accompagnamento e supporto, avviare percorsi di regolarizzazione chiedendo, per esempio, il riconoscimento della protezione speciale.

Persone senza fissa dimora

Un'altra novità riguarda tutti i soggetti senza fissa dimora che sono stati cancellati dall'anagrafe del proprio comune per irreperibilità, che potranno richiedere l'iscrizione anagrafica presso l'istituto penitenziario.

In questo modo, una volta scarcerati avranno diritto ad acquisire una nuova residenza, anche in “convivenza” (presso strutture che temporaneamente li ospitano) affinché non perdano l'accesso ai servizi in attesa di reperire una nuova abitazione.

Richiedenti asilo e protezione internazionale

Potranno avere accesso all’anagrafe anche per i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale che non posseggono documenti di riconoscimento. È sufficiente avere il titolo di soggiorno in qualità di richiedente “asilo” oppure la ricevuta attestante la richiesta di protezione internazionale, purché quest'ultima ne riporti sia la foto sia i dati anagrafici minimi.

Detenuti madri

L'ultima casistica risolta è quella delle donne detenute presso l’Istituto a custodia attenuata per detenute madri che, prive di documenti, incontrano difficoltà per il riconoscimento del figlio nato in ospedale e per il rilascio dei documenti al figlio stesso. Anche in questo caso, l'identificazione della madre avviene con le stesse modalità indicate nel caso precedente.

“Per quanto in passato si siano fatti degli sforzi come Comune di Milano – afferma il Garante Francesco Maisto – il quadro è rimasto sempre frammentato. Oggi, finalmente, grazie al tavolo promosso dall'Assessorato ai Servizi civici con gli istituti penitenziari milanesi, si risponde a bisogni e a specifiche domande in modo univoco e si fissano precise condizioni affinché ad ogni persona venga garantita la possibilità di accedere a servizi essenziali. Ci auguriamo che quanto stabilito da questa Amministrazione faccia da volano e porti altri comuni a chiarire modalità analoghe”.

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