Caproni, la dinastia del volo italiano: dai successi aeronautici agli affari con Briatore

La storia della famiglia che ha fatto la storia dell'aviazione nel nostro Paese. Dal grande successo agli scandali finanziari di Achille Caproni

L'idrovolante Caproni del 1935

L'idrovolante Caproni del 1935

Milano - L'anziana vittima della maxi truffa da 4 milioni di euro messa a segno a Milano, è parente di Giovanni Battista Caproni, grande imprenditore metalmeccanico italiano e pioniere del volo nel nostro Paese, scomparso a 71 anni nel 1957. 

Originario di Arco di Trento, Gianni - come lo chiamavano gli amici - si trasferì nel 1910, a 24 anni, a Cascina Malpensa, nel territorio di Somma Lombardo (Varese) dove - dopo aver visto in azione i modelli dei fratelli Wright - realizzò uno primi velivoli italiani, il prototipo biplano Ca1 (il cui primo volo sperimentale di poche centinaia di metri terminò con un disastroso schianto all'atterraggio), e successivamente fondò la Officine Caproni, che nel giro di pochi anni divenne la principale azienda aeronautica italiana.

Da piccola officina a colosso industriale

Grazie alle commesse di guerra durante il Primo conflitto mondiale, la Caproni negli anni '30 raggiunse i 50mila dipendenti. In seguito alle acquisizioni di realtà come la Isotta Fraschini e le Officine Meccaniche Reggiane divenne, durante il fascismo, un impero metalmeccanico con una produzione che spaziava dalle automobili alle vetture tranviarie fino alle navi. Aprì sedi negli Stati Uniti, in Perù, Bulgaria e Belgio, e arrivò a realizzare 170 tipi di aerei, stabilendo oltre 70 record nel mondo dell'aviazione.

La crisi del dopoguerra e le accuse di collaborazionismo

Nonostante i primati mondiali raggiuti dai suoi modelli, la Seconda Guerra Mondiale (Caproni fu sempre contrario all'ingresso dell'Italia nel conflitto, consapevole dell'inferiorità tecnologica del nostro Paese) segnò il rallentamento della produzione e la successiva crisi dell'azienda. Dopo l'armistizio dell'8 settembre gli stabilimenti Caproni si trovarono in territorio della Rsi e il controllo delle industrie del gruppo passò in mano ai tedeschi e la produzione venne finalizzata alle necessità belliche del Terzo Reich. A guerra finita, nel 1946 Giovanni Battista venne anche processato, e poi assolto, dall'accusa di collaborazionismo, per aver fornito aerei da guerra al regime fascista e ai tedeschi. L'azienda non riuscì a riprendersi dalle difficoltà del Secondo Dopoguerra e tra il 1949 e il 1951 la società fallì e vennero chiuse tutte le sue attività

Achille Caproni, la bancarotta e la vita dorata

La Caproni tornò agli onori delle cronache grazie al figlio del fondatore, Achille Caproni di Taliedo, oggi 85enne. L'uomo nei primi anni 80 venne accusato e processato per una serie di reati finanziari danno di banche e società finanziarie, realizzati sfruttando il prestigio della Compagnia Generale Industriale, holding di cui era presidente fallita nel 1983, che per un periodo affidò anche a Flavio Briatore. La Guardia di Finanza ricostruì debiti per 30 miliardi di vecchie lire (circa 15 milioni di euro attuali), giri di fatture false, la distruzione dei libri contabili e la distrazione di miliardi di lire riapparsi sui conti personali di Caproni. Venne arrestato nel 2011, dopo 10 anni di latitanza (durante i quali divenne anche cittadino venezuelano), dalla polizia tedesca vicino ad Hannover, in Germania.

L'altra figlia Maria Fede

L'altra figlia di Giovanni Battista Caproni, la contessa Maria Fede Caproni di Taliedo, morì a Roma all'età di 84 anni nel 2017. Grande appasionata e di aviazione e di arte, fu moglie di Pietro Armani, consigliere d'amministrazione e poi vicepresidente dell’Iri tra il 1973 e il 1995 e poi senatore di Alleanza Nazionale dal 2005 al 2009, anno della sua morte. 

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