Dj Fabo, i pm chiedono il rinvio a giudizio per Marco Cappato

L'accusa per il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni è aiuto al suicidio

Marco Cappato (Ansa)

Marco Cappato (Ansa)

Milano, 18 luglio 2017 - I pm di Milano hanno inoltrato al gip la richiesta di rinvio a giudizio per Marco Cappato: adesso  rischia un processo penale per aver accompagnato in Svizzera il 40enne milanese Fabiano Antoniani, più conosciuto come Dj Fabo, aiutandolo nella procedura del suicidio assistito. La richiesta è partita dai pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini. L'accusa, per il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, è aiuto al suicidio. Un passaggio obbligato dopo la decisione dei giorni scorsi del gip Luigi Gargiulo di respingere la richiesta di archiviazione chiesta dalla Procura e disporre l'imputazione coatta per l'esponente Radicale. Secondo il giudice milanese, Cappato "spinse dj Fabo" al suicidio e, portandolo in auto da Milano alla clinica Dignitas, nei pressi di Lugano, avrebbe operato un "rafforzamento" dei propositi del dj, rimasto tetraplegico e cieco dopo un grave incidente d'auto.  Sarà ora un gup del Tribunale di Milano a valutare la richiesta di processo presentata su ordine del gip dagli stessi pm che avevano chiesto l'archiviazione dell'indagine.

Dopo la richiesta di processo verrà fissata un'udienza preliminare e il gup dovrà decidere se mandare o meno a processo Cappato. Il gip Gargiulo ha ordinato ai pm, che avevano chiesto l'archiviazione, di formulare il capo di imputazione e chiedere il giudizio. I pm nell'imputazione si sono dovuti attenere alle indicazioni del gip, che ha ritenuto che Cappato sia responsabile del reato per una duplice condotta in quanto, avendo prospettato a Dj Fabo la possibilità di realizzare il suo desiderio di porre fine alla sua vita senza soffrire, non solo lo avrebbe aiutato a morire ma avrebbe rafforzato «l'altrui proposito di suicidio».

CAPPATO: "OCCASIONE PER PROCESSARE LA LEGGE" - La richiesta di rinvio a giudizio "è un atto dovuto e quindi non potevamo che prevederla. Per me il processo sarà l'occasione per 'processare' una legge inadeguata a rispettare i diritti delle persone che scelgono di morire senza soffrire con l'aiuto e l'assistenza medica per non rischiare torture inutili". Così Marco Cappato ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti inoltrata dai Pm di Milano al gip per aver accompagnato Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, a morire in una clinica svizzera. Cappato nel pomeriggio ha manifestato al Pirellone durante la seduta del Consiglio regionale lombardo per chiedere la calendarizzazione in Aula delle due leggi di iniziativa popolare sulla cannabis terapeutica e sul testamento biologico. A chi gli ha chiesto se, alla luce delle conseguenze giudiziarie, rifarebbe la scelta di accompagnare un uomo a morire, Cappato ha risposto: "Certamente. In realtà stiamo continuando a fornire informazioni e aiuto ad altre persone. Quindi più che lo rifarei - ha precisato - stiamo continuando a farlo".

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