Capo storico degli Ultrà non entrerà più a San Siro

La decisione è della sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Boiocchi "a 68 anni è incapace di imbastire un progetto di vita alternativo"

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Non potrà più entrare a San Siro, da cui dovrà tenersi a distanza di 2 chilometri, per "spezzare quel legame pericoloso con la tifoseria interista" e per tutelare gli ultrà non "criminali", e sarà sottoposto a una sorveglianza speciale per 2 anni e 6 mesi. La misura è stata disposta dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale e richiesta dalla Questura, per lo storico capo ultras Vittorio Boiocchi, arrestato l’ultima volta a marzo e incapace, come scrivono i giudici Roia-Tallarida Pontani, "di imbastire un progetto di vita alternativo rispetto ad una carriera deviata che lo ha visto detenuto" dal 1992 al 2018.

Boiocchi, 68 anni, a marzo scorso era finito in carcere (e poi ai domiciliari) assieme a un’altra persona dopo essere stato fermato su un’auto rubata, dove erano nascosti "una pistola senza matricola munita di caricatore e 7 cartucce, uno storditore elettrico, un coltello da cucina di grosse dimensioni, 2 manette in acciaio con relative chiavi ed una pettorina (finta, ndr) riportante il logo e la scritta "Guardia di Finanza". Per i giudici, come si legge nel provvedimento, "la storia personale di Boiocchi" risulta "contraddistinta dalla sistematica consumazione di gravi reati contro il patrimonio e la persona, in materia di traffico internazionale ad alti livelli criminali di sostanza stupefacente, dalla coltivazione di forti legami con personaggi di spicco della delinquenza organizzata mafiosa legata a Cosa Nostra ed alla cosiddetta mafia del Brenta, dalla imposizione di un ruolo di dominio nell’ambito della tifoseria ultrà soprannominata Curva Nord" dell’Inter.

I giudici, tra gli ultimi fatti con al centro Boiocchi, fanno riferimento pure a due manifestazioni del marzo 2020 "alla quale hanno partecipato numerosi soggetti pregiudicati e sorvegliati speciali", tra cui una con circa "400 ultras dell’Inter ad Appiano Gentile" e "ancora una volta in violazione della normativa in materia di emergenza sanitaria e potenzialmente detonatrice di ulteriori focolai epidemici". Tra le prescrizioni per "la pericolosità sociale" rientra anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Per la Sezione misure di prevenzione - presidente Fabio Roia - bisogna "spezzare quel legame pericoloso esistente fra Boiocchi Vittorio e la tifoseria interista anche al fine di tutelare i soggetti legati al mondo degli ultrà che non presentino caratteristiche criminali".

Anna Giorgi

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