Caos smart working: ditte in ordine sparso

Per evitare il collasso dei mezzi +10% di dipendenti a casa ma le imprese oscillano fra conservatrici e illuminate

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di Andrea Gianni

Aziende che mandano email per “invitare“ tutti i dipendenti a rientrare in ufficio dopo le ferie, con un sostanziale addio al lavoro da casa. Altre dove regna la confusione, con i lavoratori incerti sul da farsi, in assenza di piani ben definiti nonostante quasi un anno di pandemia. Altre ditte che, invece, mettono sul tavolo bonus per coprire spese per pasti e bollette di chi lavora a distanza, intenzionate a estenedere sempre più lo smart working, approfittando anche del risparmio di costi. Imprese e studi professionali oscillano fra provvedimenti “illuminati“ e misure più conservatrici, con l’incognita per il 7 gennaio, quando nelle scuole superiori tornerà la didattica in presenza. Per evitare affollamenti sui mezzi pubblici e il collasso del sistema dei trasporti, il piano operativo della Prefettura di Milano prevede di "riportare lo smart working ai valori che già sono stati adottati in diversi momenti della pandemia". La percentuale di smart working, infatti, "si è abbassata" rispetto ai mesi scorsi. Secondo le stime del Politecnico di Milano riportate nel documento sono 375mila i lavoratori milanesi "impiegati in occupazioni che consentono di applicare in maniera significativa modelli di smart working": 97mila nei servizi bancari, finanziari e assicurativi; 160mila in altri settori del terziario; 50mila nella pubblica amministrazione; 25mila professionisti; 40mila nel manifatturiero, ingegneria, costruzioni e logistica.

Svuotare gli uffici, quindi, alleggerirebbe il peso sui mezzi pubblici. "Una variazione nella adozione dello smart working di 10 punti percentuali ha un impatto rilevante pari a 37.500 spostamenti – si legge nello studio – ossia dello stesso ordine di grandezza del 50% del numero di studenti delle scuole superiori (38.000)". Numeri sulla carta, che però vanno tradotti in una realtà che vede le aziende andare in ordine sparso. Per molti lavoratori il rientro dopo le ferie sarà ancora nel segno dell’incertezza. Poi ci sono accordi come quello stretto fra la Fiom-Cgil e OpenText, multinazionale del software: l’azienda garantirà un’indennità fissa mensile di 325 euro lordi. 

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