Sesto San Giovanni (Milano) – La piazza non è stata chiusa. Quindi, per entrare in stazione, si può arrivare ancora in autobus o parcheggiare lungo la cancellata, verso il PalaSesto. Le cose facili finiscono qua. Perché prendere un treno a Sesto San Giovanni, oggi, significa doversi orientare tra cartelli appesi alle inferriate, frecce che indicano ogni dove e fare scale, tante scale, ripide e ancora provvisorie. Se poi si becca una giornata piovosa, le banchine non sono coperte e, anche dove la passerella a scavalco fa da tetto, bisogna cercare di non capitare tra le fessure delle lamelle. Fortuna che ci sono gli operai a fare da Infopoint, dando indicazioni a chi si guarda attorno con aria perplessa. Da piazza Primo Maggio si deve entrare nel "varco" aperto accanto all’ex bicistazione: basta seguire il flusso della gente che entra ed esce. Si passa in mezzo al cantiere che fino all’8 agosto deve demolire i vecchi edifici. Una volta entrati si arriva al binario 1.
Sui muri i cartelli si sprecano, spesso con indicazioni opposte sulle direzioni da prendere. Le scale, però, sono visibili ed è quindi impossibile sbagliarsi. La prima rampa è provvisoria fino alla passerella, che si apre come una grande piazza. Ventimila passeggeri ogni giorno salgono e scendono da qui per andare agli altri binari e uscire dalla stazione. Le altre rampe sono definitive: gli scalini sono più "solidi", ma pur sempre numerosi e ripidi. "Mai più. A questa fermata mai più", dice una signora al marito: sono appena scesi dal treno e camminano davanti a noi. La passerella è tutta percorribile, sospesa a 14 metri d’altezza, oggi con vista sul cantiere e domani sul grande parco urbano e sul nuovo quartiere Falck Unione.
All’inizio si trova il monitor con gli orari delle partenze. In fondo la strada è sbarrata dalla recinzione: si sta ancora lavorando per la parte su via Mazzini-Acciaierie, dove si possono già vedere la scala mobile e il vano ascensori. L’accessibilità resterà il tema principale anche quando la nuova stazione a ponte sarà completata. Se oggi vivono un grandissimo disagio anziani e bambini, oltre ai passeggeri con valigie, passeggini e biciclette, domani la situazione sarà solo parzialmente migliorata. Perché ogni binario avrà una scala mobile ma solo in un’unica direzione: se la salita è sul nastro, la discesa è a piedi sulle scale o viceversa.
Renzo Piano l’ha progettata così, puntando sugli ascensori. Che dovranno sopportare non solo i 20mila passeggeri giornalieri, ma anche tutti coloro che useranno la passerella per andare da una parte all’altra della ferrovia, dalla Rondinella al centro storico. Facendo il percorso a ritroso, emergono tutti i problemi della segnaletica. L’uscita è annunciata sia a destra che a sinistra. "Ma per andare in metropolitana?", ci chiede un signore. "Deve uscire", gli rispondiamo. "Ah, non c’è più l’accesso diretto?". No, perché lì è già area di cantiere e di prossima demolizione. "Sorry, ticket office?", ci chiede invece una straniera. Noi ci abbiamo provato a seguire tutte le indicazioni per la biglietteria, ma non l’abbiamo trovata: siamo, anzi, finiti fuori dove un cartello blu dice che è stata chiusa e consiglia di fare i biglietti nell’edicola del metrò.