Un 'guscio' contro le infiltrazioni nel tunnel della M2 / FOTO

Viaggio nel cantiere non stop fra Piola e Lambrate dove si sta costruendo una barriera impermeabile

Lavori nella M2

Lavori nella M2

Milano, 21 agosto 2019 - Sulla banchina, al posto dei passeggeri ipnotizzati dal cellulare, ci sono solo taniche di resine e un numero impressionante di tubi. E nella galleria dove s’imbucano i treni, la visione, un po’ straniante, è quella di uomini al lavoro tra delle macchine, il «limaccio» e ancora tubi. Ci troviamo a Piola, nel cantiere sotterraneo della M2 che ieri abbiamo avuto la possibilità di visitare. Qui sono in corso gli importanti lavori di impermeabilizzazione del tunnel tra la fermata vicino al Politecnico e Lambrate: è il motivo per cui fino alla fine del mese c’è lo stop della circolazione sottoterra tra Loreto e Udine.

«Quello che stiamo facendo è creare una sorta di “guscio” impermeabile attorno alla galleria, per impedire le infiltrazioni dell’acqua di falda» spiega Massimiliano Riboli, direttore area Facility e Costruzioni di Atm. Durante l’anno di Expo era partita la «fase uno in cui sono stati predisposti dei tiranti per consolidare l’arco rovescio (ossia la zona sotto la galleria ndr)». Dal primo agosto di quest’anno è partita la «fase due» che prevede «delle iniezioni di una speciale miscela di acqua e cemento capace di rendere impermeabile il terreno. L’obiettivo è risolvere il problema delle infiltrazioni che a lungo andare deteriorano le strutture» precisa l’ingegnere. Perché pensarci solo ora? «Quando fu progettata la metropolitana la falda era più bassa a Milano, come in tutta Italia» ribatte Riboli. La verde è stata inaugurata nel 1969. Da allora nel capoluogo lombardo è successo un altro fatto particolare: «Con la chiusura delle fabbriche che usavano l’acqua per i loro cicli di produzione, l’innalzamento è stato ancora più pronunciato». La maggior parte delle iniezioni è eseguita, senza che praticamente nessuno se ne accorga, a livello della strada, lungo via Pacini. Per costruire invece il “guscio” nel fondo della galleria si è dovuto procedere diversamente. Non c’era altra alternativa: «Se avessimo raggiunto quella zona dall’esterno avremmo dovuto perforare la galleria. Gli uomini devono per forza operare all’interno del tunnel con le trivelle» dice l’ingegnere. I lavori dureranno complessivamente due anni, mentre quelli in galleria hanno una durata stimata di circa due mesi e proseguiranno anche durante l’agosto dell’anno prossimo.

Nei bassifondi, questo mese, il risanamento del fondo sta procedendo «a spron battuto». Ci son tre turni, il cantiere è no stop lungo le 24 ore, con una media di 10 uomini a turno. Alcuni li vediamo al lavoro quando otteniamo il permesso di addentrarci dentro il passaggio, lungo in totale 670 metri (la distanza che separa Piola e Lambrate), dall’ingresso di solito precluso. Se si punta lo sguardo in alto scopriamo delle strisce più scure. La galleria è zebrata. Cosa sono? «Delle bandelle coperte da una speciale resina che rendono impermeabili i giunti strutturali» dice l’ingegnere. Se si punta lo sguardo in basso troviamo dell’acqua lungo i binari. Si ha l’impressione di procedere in un ventre caldo e umido. Gi uomini, rigorosamente con gli stivali ai piedi, procedono nel loro intervento che si articola in due fasi: «Una di perforazione - in cui si coprono una decina di metri ogni giorno - e quella di iniezione della miscela, la più complessa perché si svolge in tre passaggi diversi. Nell’ultima si aggiunge uno speciale silicato per una maggiore presa». C’è dunque una trivella che perfora il fondo della galleria. Dentro il foro, si inserisce un «tubo valvolato» fino a 4 metri in profondità che veicola la speciale miscela preparata nei silos esterni, attraverso un procedimento molto complesso basato sull’uso di valvole e pressione. Il cemento che non fa presa subito diventa rifiuto e viene raccolto in enormi sacchi bianchi, portati all’esterno attraverso dei carrelli ferroviari. «Se non lo facessimo sarebbe un pantano unico…» conclude l’ingegnere.

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