Cane muore folgorato: "Ho perso Caos, per me un fratello"

Lapo, 20 anni, proprietario del cagnolino fulminato dal faretto. "E se lo avesse toccato un bimbo?"

Lapo e Caos

Lapo e Caos

Milano, 2 gennaio 2021 - «Caos è morto, tra le mie braccia, folgorato nel centro di Milano. Ultimo non è stato un sospiro ma un grido di dolore disperato. La vita correva via». Lapo Mamoli Aprile, 20 anni, ha scritto queste parole di getto dopo aver perso il suo cagnolino, un lagotto di 8 mesi, mercoledì pomeriggio: fatale è stato per l’animale appoggiare una zampina su un faretto posizionato a terra, a quanto pare rimasto senza copertura, accanto alle colonne di San Lorenzo. Neve e ghiaccio avrebbero fatto da «conduttori» e per l’animale colpito da una scarica elettrica non c’è stato nulla da fare.

Altri tre cani erano morti prima di lui nei due giorni precedenti (un quarto si è salvato),   tra Cesano Boscone, Bareggio e Como, dopo aver calpestato tombini o pozzetti. «Mi sono rivolto a un avvocato: bisogna accertare le responsabilità e soprattutto rendere la città sicura. Lì accanto c’erano bambini: e se qualcuno fosse finito con una manina lì sopra?». Quel luogo faceva parte della vostra abituale passeggiata? «No. Io vivo a Noverasco, frazione di Opera, ma quel pomeriggio avevo incontrato un’amica che non vedevo da tempo, essendomi trasferito a Londra ad agosto per studiare Scrittura creativa all’Università di Greenwich. Eravamo partiti dai Navigli e ci stavamo avvicinando al centro, quando abbiamo deciso di sederci alle Colonne di San Lorenzo». 

Poi che è successo? «Ci siamo alzati per proseguire la passeggiata. Lei teneva Caos e io l’ho invitata a passarmi il guinzaglio per non farla stancare. In questo scambio, il cagnolino ha appoggiato disgraziatamente la zampina su quel faretto e ha guaito in modo disperato. Ho pensato avesse calpestato un vetro oppure che avesse mangiato qualcosa di avvelenato. Non si faceva toccare per il dolore: mi ha morso la mano sinistra e a quel punto ho avvertito pure io la corrente. La gente attorno si era radunata, io ero nel panico... Un uomo sudamericano ha fatto un massaggio cardiaco a Caos, altri telefonavano. I tassisti a cui ci siamo rivolti si sono rifiutati di caricare in macchina sia il cane e sia me con la mano insanguinata».

E a quel punto? «Di corsa, ho portato Caos in una clinica vicina aiutato da sconosciuti. Pesava 15 chili, non ce l’avrei fatta da solo. Ma non c’è stato nulla da fare. Ho saputo dopo che la scossa era stata di 170 Volt. Poi io sono andato al Policlinico perché avvertivo formicolii. Per fortuna stavo bene, mi hanno fatto elettrocardiogramma ed esami del sangue e mi hanno dimesso».

Come aveva conosciuto Caos? «Lo avevo preso con mia madre lo scorso giugno, in un allevamento a Roma. Dopo aver avuto un cane trovatello per 18 anni, Potter, ci eravamo decisi a prenderne un altro. Mia madre era felicissima, aveva ritrovato un po’ di serenità dopo un momento difficile dovuto alla perdita di mia nonna. Io sto male, Caos era come un fratello per me, ma sono preoccupato più per lei: è a pezzi». Si è rivolto a un avvocato? «Sì: non è accettabile che nel centro di Milano, o in altre parti, si possa morire così».

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