AntiCovid, campagna d’autunno a due velocità: il piano della Lombardia per le vaccinazioni

Si punta a salire a 35 mila iniezioni quotidiane in 7 giorni, o a 60 mila in 15. Tra Milano e Lodi oltre 30 centri

Vaccini

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Non si sa quale sarà il Governo, né è stato ancora approvato un nuovo vaccino aggiornato alle varianti, ma è abbastanza scontato che per gli italiani, che hanno appena scollinato il picco dell’ondata estiva, ci sarà una campagna autunnale anticoronavirus, con ulteriore allargamento della quarta dose da due settimane somministrata anche a sessantenni, settantenni e persone "a elevata fragilità". Così la Regione Lombardia s’è messa avanti, approvando ieri un "piano operativo d’emergenza" che possa scattare in maniera "tempestiva" se, come lo scorso autunno e quest’estate con la quarta, una "recrudescenza pandemica" dovesse imporre di nuovo di premere l’acceleratore ai booster, spiega una nota in cui si precisa che Guido Bertolaso, consulente del presidente Attilio Fontana, "prosegue la sua attività di coordinatore della campagna vaccinale per la Lombardia". Il piano messo a punto dall’assessorato al Welfare di Letizia Moratti prevede due scenari, battezzati “2“ e “3“ fatto uno l’attuale, in cui la Lombardia venerdì è arrivata a iniettare oltre 18 mila dosi d’antiCovid di cui quasi 16 mila come quarta. Il piano d’autunno è a due velocità: nello scenario 2 si arriva a 35mila lombardi vaccinati quotidianamente nel giro di sette giorni; nello scenario 3, a oltre 60 mila in 15 giorni (o 7, se lo scatto avvenisse dal livello 2).

Non cambia l’organizzazione "mista" fra centri vaccinali - 70 di cui 21 massivi nello scenario 2, 86 di cui 37 massivi nel 3, oltre ai dieci gestiti da medici di medicina generale - e farmacie, con 453 esercizi “vaccinatori”, rispetto ai 532 attuali, ma l’impegno di "incrementare la loro partecipazione". Il programma definisce, nei due scenari che a regime dovrebbero arrivare a quasi 39 mila e a quasi 65 mila iniezioni quotidiane, anche quanti professionisti Asst e Irccs pubblici potranno ingaggiare per non sguarnire gli ospedali e per le vaccinazioni domiciliari, che saranno circa 6.300 al mese per l’Ats Metropolitana di Milano e Lodi i cui obiettivi complessivi ammontano a 14.536 iniezioni / die nello scenario 2 e a 22.262 nel 3, di cui circa 2.500 effettuate da medici di base, fino a 2.600 da 156 farmacie, il resto nei centri vaccinali.

Al momento ne sono aperti due "massivi" pubblici e tre gestiti da cooperative di medici, lo scenario 2 prevede "la riapertura di alcuni centri pubblici massivi, di attivare le vaccinazioni presso le Case di comunità e ricorrere a due soli centri di privati" (Humanitas e San Raffaele), arrivando a 34 poli per circa 12mila dosi al giorno; lo scenario 3, di sfiorare le 20 mila aumentando le linee nei centri (le Scintille salirebbero da 1.500 a 2.900 al giorno) e “svegliandone” altri 4, tre pubblici (l’ex Paolo Pini e i due del Trivulzio) e uno privato (San Donato). Con quattro ulteriori privati per ora fuori dal piano, ma "attivabili in caso di necessità".