Camici, gli affari mancati di Dini

Il cognato del presidente Attilio Fontana puntava ad altre due forniture per complessivi 2,7 milioni di euro

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Una fornitura di camici da circa un milione e 200 mila euro ad Aria, la centrale acquisti di Regione Lombardia e una per un importo di circa un milione e mezzo al Pio Albergo Trivulzio.

È l’affare, poi sfumato, a cui avrebbe mirato Andrea Dini, il cognato del presidente lombardo Attilio Fontana nonché patron della Dama spa, l’azienda fornitrice dei dispositivi di protezione individuale anti-Covid al centro dell’inchiesta della Procura in cui gli stessi Fontana e Dini, con l’ex dg di Aria Filippo Bongiovanni e un dirigente della società regionale sono indagati.

Le partite di Dama sarebbero dunque state due: quella con Aria e quella con il Pio Albergo Trivulzio. Un primo contratto con Aria avrebbe dovuto portare a un affare da un milione e 200mila euro per oltre 200mila pezzi da fornire a Regione nel corso dei mesi. Ancor più sostanzioso il contratto che la società di Dini voleva siglare con il Pat, per 1,5 milioni di euro a fronte di una fornitura di 230 mila e 600 camici.

Per quanto riguarda la fornitura a Regione tramite Aria non se ne fece più nulla, complice la trasformazione in donazione della prima partita di camici. La gara con il Pat vide invece Dama giungere quasi sino in fondo, selezionata assieme ad altre tre aziende per la fase finale. Il 3 giugno, tuttavia, con una determina di revoca, la ricerca di dispositivi viene interrotta, "dato atto — si legge nel documento dell’azienda ospedaliera — che la Protezione civile Lombardia ha proceduto a garantire il fabbisogno urgente di camici".

La fornitura per la “Baggina“ doveva essere di 6600 pezzi per 48mila euro, ma l’appalto venne revocato. Il documento dell’affidamento in regime di urgenza a Dama, firmato dal dottor Ugo Ammannati responsabile dell’area alberghiero-economale e provveditorato, porta la data del 30 aprile, esattamente due settimane dopo che il titolare della Dama spa aveva firmato il contratto con la centrale acquisti della Regione (Aria) per la fornitura mancata di quei 75mila camici, per la quale sono indagati a vario titolo per turbata libertà del contraente e per frode in pubbliche forniture lo stesso Dini, il presidente Fontana e l’ex dg di Aria Bongiovanni.

Quel Bongiovanni recentemente destinato ad altro incarico: come qualche giorno prima anche il direttore generale della sanità Luigi Cajazzo ora vicesegretario generale della Regione con l’incarico di coordinare tutte le fasi dell’evoluzione della riforma sanitaria e della integrazione sociosanitaria.

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