Cambiago, la scuola materna chiude per pioggia

Aule e bagni allagati a causa di perdite dal tetto all’istituto Prandi restaurato solo tre anni fa

La scuola di Cambiago con un telo trasparente per coprire le infiltrazioni del tetto

La scuola di Cambiago con un telo trasparente per coprire le infiltrazioni del tetto

Cambiago (Milano), 24 settembre 2020 - Non c’è pace per la materna Prandi di Cambiago che chiude un’altra volta sino a data da destinarsi. Dopo le puzze che nel dicembre scorso avevano indotto Comune e scuola alla serrata e il lockdown – in tutto 10 mesi senza accesso all’istituto – adesso "piange" il tetto e la preside Regina Ciccarelli dispone una nuova serrata: da ieri tutti fuori.

«È colpa della ristrutturazione di tre anni fa, evidentemente non a regola d’arte", attaccano i genitori esasperati dalla brutta notizia. La protesta corre sul Web e in piazza, dove volano parole taglienti all’indirizzo dell’Amministrazione sul problema di fondo: "La scelta di sistemare un edificio vecchio si è rivelata poco oculata. A farne le spese sono i nostri figli".

Ad agosto , tutti avevano tirato un sospiro di sollievo. Dopo mesi di perizie e di indagini si era risaliti alla causa degli odoracci che impregnavano i vestiti dei 108 piccoli iscritti, una situazione che aveva tolto il sonno ai genitori: il problema era nella boiserie, una volta eliminata, l’allarme era rientrato. Ma per venirne a capo – si temevano rischi per la salute dei bambini – ci sono voluti otto mesi. Adesso, "ritorna a galla il vecchio problema: l’acqua che scende dal soffitto", ripetono le mamme. Nel mirino, il recupero dello stabile in via Vittorio Veneto, 600mila euro di lavori per rifare tutto: pavimenti, tetto, pareti, bagni." Un’opera di qualità, sono stati utilizzati solo materiali certificati per scuole e ospedali", hanno ripetuto per mesi il sindaco Laura Tresoldi e la giunta all’epoca dei miasmi.

Ma il guaio c’è come scrive la dirigente nella circolare che annuncia la nuova chiusura: "Le infiltrazioni dal tetto creano un problema di sicurezza. Si aggiungono al distacco della guaina che si è verificato a luglio". Ieri, c’è stato anche un sopralluogo degli amministratori e della ditta incaricata di trovare una soluzione definitiva e non un palliativo.

Non è la prima volta che il Comune mette mano alla struttura. In Municipio c’è ancora una fideiussione, 35mila euro, versati dall’impresa nel 2017 alla consegna del cantiere. La giunta comunale potrebbe trattenerli in tutto o in parte per rimediare ai guai causati dall’acqua. Il 29 settembre è stato fissato un incontro con le famiglie per fare il punto della situazione e pensare a una possibile riapertura.  

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