Cambiago, asilo inagibile: il Comune paga la tata

Nel Milanese il mistero degli odori alla materna restaurata. Tracce di cromo, 108 bimbi a casa. Il sindaco mette mano al portafogli

La recente protesta dei genitori dei piccoli della materna “Prandi” davanti al Comune

La recente protesta dei genitori dei piccoli della materna “Prandi” davanti al Comune

Cambiago (Milano), 14 dicembre 2019 -  L’asilo è inagibile, le aule di ripiego non sono pronte e al Comune non resta che una soluzione: pagare la tata ai genitori dei piccoli iscritti. Il mistero delle puzze insopportabili, cinque settimane di vacanze forzate, l’ira delle famiglie: non c’è pace per la materna di Cambiago, nell’hinterland milanese. L’istituto emana odoracci dopo la ristrutturazione e al suo interno sono state trovate tracce, anche se minime, di formaldeide, cromo 6, Cvm, melamina e bromo: adesso la burocrazia impedisce al Municipio di traslocare i 108 piccoli della “Prandi” e il sindaco Laura Tresoldi è costretto a rinviare il ritorno in classe alla fine delle vacanze di Natale.

I bimbi sono a casa dal 2 dicembre. Per ridurre il disagio, l’amministrazione metterà mano al portafogli e pagherà le baby-sitter. Dietro presentazione di regolare parcella, ovviamente. Probabilmente, mamme e papà opteranno per accompagnare i figli in due fattorie didattiche della zona, conosciute e apprezzate, che si sono fatte avanti per affrontare l’emergenza. Vale lo stesso per il comune vicino, Gessate, che ha aperto le porte ai piccoli con la valigia in mano mettendo a disposizione spazi della proprie materna e primaria. "Ma l’Ats deve autorizzare a consumare i pasti direttamente sul banco, visto che il refettorio verrà usato per accoglierci – ricorda il primo cittadino – e il via libera non è ancora arrivato".

Da qui, la dilazione . Una settimana fa, le famiglie hanno protestato in Municipio. C’è chi ha dovuto spedire i piccoli in Puglia dai parenti per poter continuare a lavorare. "Hanno ragione, capisco il loro problema – dice Tresoldi –. Sono una mamma anch’io". "Farei lo stesso se in gioco ci fosse la salute di mio figlio", aggiunge. Il dubbio è che i miasmi nascondano un pericolo. "Ed è proprio per permettere una batteria di test in grado di risalire alla radice del problema che abbiamo chiuso l’istituto", spiega il sindaco. È cominciato tutto dopo il recupero dell’edificio concluso due anni fa, più di mezzo milione di lavori per rifare tutto: pavimenti, tetto, pareti, bagni. Poi, piano piano i bambini hanno cominciato a fare ritorno a casa con uno strano fetore addosso. È bastato poco ai genitori per capire che c’era un problema. "Abbiamo chiesto un intervento immediato, ma l’indagine è cominciata a fine novembre", ripetono.

«Non è vero che abbiamo preso la situazione sottogamba – chiarisce Tresoldi – ci siamo mossi subito, a giugno avevamo già contatto una ditta per le prove". Ma i miasmi in estate si riducono, complici le finestre aperte. Il problema è esploso con il ritorno in aula, a settembre. "Per il restyling sono stati utilizzati solo materiali certificati per scuole e ospedali. La ditta che si è aggiudicata l’opera sta pienamente collaborando, ci segue in tutto, è sempre presente. La verità – conclude il primo cittadino – è che nessuno capisce cosa sia successo".

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