"Ingannati dal falso call center. Così ci hanno svuotato il conto"

La denuncia di una correntista: la truffa online scattata con una telefonata da Roma. I responsabili restano impuniti e ottenere il rimborso è un’odissea

La pagina del Giorno che raccontava il fenomeno del “vishing“ attraverso le denunce

La pagina del Giorno che raccontava il fenomeno del “vishing“ attraverso le denunce

Milano - Voci e rumori in sottofondo, per rendere ancora più credibile la messinscena. Il falso operatore della banca che si interrompe e dice a un collega: "Fra poco vado in pausa". Particolari, compreso il tono professionale, che sembrano studiati nel minimo dettaglio per indurre il malcapitato a cadere nella trappola e prestare fiducia, senza sospettare di avere a che fare con un truffatore. "È stato rapidissimo – spiega Francesca Ermoli – e il risultato sono duemila euro sottratti dal nostro conto corrente e andati in fumo". Francesca, 45 anni, è una delle vittime di un raggiro sofisticato, tecnicamente “vishing“, messo in campo grazie all’informatica e alla capacità affabulatoria del truffatore nella giungla del web. Episodi sempre più diffusi e difficili da prevenire, mentre gli autori restano quasi sempre impuniti e realizzano guadagni milionari.

Il modus operandi - simile a quello di altri casi raccontati dal Giorno - è ricostruito nella denuncia che il marito di Francesca ha presentato ai carabinieri di Varese, la città dove vive la famiglia. La trappola è scattata con una telefonata ricevuta da un numero fisso, con prefisso 06 di Roma. "Nel corso della conversazione l’interlocutore, presentatosi quale dipendente di Intesa Sanpaolo, mi invitava ad accedere al sito di Intesa per effettuare un aggiornamento mediante l’inserimento di alcuni dati", si legge nella denuncia. Il truffatore ha indotto i clienti della banca a riempire un form inserendo alcuni codici che nel frattempo inviava via sms. Poi ha chiesto di disinstallare e reinstallare l’app della banca. Cinque giorni dopo, ha ricontattato al telefono la moglie invitandola ad accedere a un link, sostenendo che era necessario reimpostare il limite giornaliero di prelievo. "Mia moglie non è riuscita ad accedere al link inviatomi con sms – prosegue la denuncia – ma l’interlocutore ha detto che ci avrebbe pensato lui".

La mattina dopo, al momento di effettuare un pagamento, la coppia si è accorta che erano stati prelevati duemila euro. Hanno bloccato il conto, ma i soldi erano già spariti. Il truffatore, in sostanza, attraverso i codici era riuscito a violare il conto online e a far autorizzare dallo stesso ignaro correntista l’accredito della somma di denaro. In questo caso le vittime non hanno ancora ottenuto il rimborso da parte della banca. "In un primo momento ci hanno accreditato il denaro – spiega Francesca – ma poi ce l’hanno tolto sostenendo che non sono responsabili per quello che è accaduto". La banca sottolinea che le richieste di rimborso "vengono valutate caso per caso" e ribadisce di aver avviato campagne informative contro le truffe online. In alcuni casi, anche attraverso protocolli di conciliazione con associazioni come Federconsumatori, ha iniziato a mettere sul tavolo indennizzi.  

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