di Giambattista Anastasio Con la sola imposizione di una frase Carlo Calenda riesce a toccare i nervi scoperti del centrodestra e del centrosinistra. Il fondatore e leader di Azione sembra aver studiato tutto ad arte, a partire dalla vetrina dalla quale lanciare le parole che creeranno scompliglio: il Salone del Mobile. Da qui Calenda fa sapere che "Letizia Moratti sarebbe un’ottima candidata a fare il presidente della Regione", che "lo farebbe molto bene". Peccato che Azione sia in trattativa per far parte di quel "campo largo" nel quale il Pd vorrebbe riunire tutte le forze alternartive al centrodestra e alla Giunta regionale uscente, della quale la Moratti è vicepresidente. Non bastasse, Calenda sembra voler scoraggiare eventuali interpretazioni riduttive delle sue parole: al di là della stima nei confronti di un profilo che sta nel campo avverso, c’è uno scenario, un progetto, che potrebbe prendere forma, quello di un terzo polo che esprima alle Regionali del 2023 una candidatura alternativa tanto a quella del centrodestra quanto a quella del centrosinistra. "Noi – spiega, a domanda, Calenda – abbiamo fatto un nome che per noi è molto valido: Carlo Cottarelli (come candidato governatore del centrosinistra ndr). Se invece si deciderà di andare verso un nome molto spostato a sinistra, rifletteremo su una candidatura terza". Parole inequivocabili. Parole che la Moratti non lascia cadere nel vuoto. Anzi. "Ringrazio e ricambio in maniera convinta le parole di stima di Calenda. Ci sono diverse ipotesi e riflessioni in corso – conferma la vicepresidente lombarda –, tutte con l’obiettivo di una politica del fare che dia risposte concrete ai bisogni e alla qualità di vita dei nostri cittadini". Queste le dichiarazioni. Come leggerle? Stando nel campo del centrosinistra, Calenda ha più volte fatto sapere di non voler far parte di una coalizione che comprenda anche il Movimento 5 ...
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