Caldo record, è allarme anziani: come evitare di finire all’ospedale

Il primario Liberato: l’afa può essere il colpo di grazia, si rischia di perdere l’autonomia. Meglio scongiurare il ricovero

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di Barbara Calderola

"L’afa può essere il colpo di grazia per un’autonomia già di per sé fragile. Bisogna sfuggire al ricovero per colpa del caldo". È allarme per i pazienti "over" che rischiano di dover rinunciare alla propria casa dopo una degenza. "Bisogna evitare che la colonnina di mercurio faccia finire gli anziani in corsia". Lucio Nicola Liberato (nella foto), primario di Medicina a Vizzolo, lo sa bene. Nei 60 letti del suo reparto si registrano ogni anno 2mila pazienti, il grosso dai 70 in su, "ma per i nostri novantenni, molti in buone condizioni quando arrivano, un problema non particolarmente grave può essere l’inizio del declino".

E per relegare il rischio al ventaglio delle ipotesi in questi giorni di canicola insopportabile basta adottare una regola all’apparenza semplice, ma in realtà non è così. "Bere molto - suggerisce lo specialista - solo respirando ciascuno di noi perde mezzo litro d’acqua: bisogna compensare. Nelle persone in là con gli anni lo stimolo della sete è ridotto. Se hanno qualcuno che se ne prende cura, faccia attenzione a che non saltino questa semplice prescrizione. Contribuisce a farli rimanere a casa". L’ufficio Dimissioni protette che c’è in ogni ospedale racconta quanto siano cambiate le famiglie e i loro problemi."Quarant’anni fa, quando il nonno rientrava dopo un ricovero c’erano molte persone pronte ad accudirlo: sotto lo stesso tetto convivevano diverse generazioni.

Ma la cascina non esiste più. Spesso, invece, oggi il grande anziano vive solo ma ha un equilibrio delicato: basta poco a comprometterlo aprendo la strada alla badante o alla casa di riposo.

Per questo bisogna mettere da parte gli azzardi, come uscire nelle ore più calde. Certe scelte possono innescare processi inarrestabili". La colonnina di mercurio impazzita rischia di essere la palla di neve che si trasforma in valanga. "Adesso curiamo meglio, ma non guariamo di più - sottolinea il primario -. È un peccato perdere tutto magari per non aver osservato poche semplici regole".

Ai due o tre pazienti in media al giorno che arrivano qui, a Melzo e a Cernusco per colpa del meteo dico: attenzione".

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