MILANO
di Nicola Palma e Marianna Vazzana
C’è chi gioca a carte e chi chiacchiera con gli amici, accampato in piazza Duomo fin dal mattino con ombrelli per proteggersi dal sole cocente, acqua e panini. A mezzogiorno, il serpentone per accedere alla porzione più vicina al palco è composto da migliaia di persone. E si allunga ogni minuto, mentre attorno passeggiano turisti e milanesi che come ogni sabato affollano il centro per shopping e visite ai musei. L’ingresso della metropolitana affacciato sulla piazza è chiuso; nel pomeriggio, la fermata Duomo salta proprio. Alle 17, l’intera area è off limits: si entra solo dai varchi d’ingresso, presidiata da forze dell’ordine e personale dell’organizzazione, con file che sul lato di corso Vittorio Emanuele coprono tutto il lato lungo della Cattedrale. Qualche minuto prima delle 18 viene raggiunto il numero massimo: 19.900. Ergo, accessi chiusi per chi è ancora in coda e via al concertone di Radio Italia Live, che ieri ha festeggiato i 40 anni di vita e il ritorno alla normalità dopo due anni di stop causa Covid.
Inizio alle 20.06 per la festa gratuita condotta per l’ottavo anno da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu: sul palco Alessandra Amoroso, Blanco, Coez, Elisa, Elodie, Marracash, Gianni Morandi, Marco Mengoni, Irama, Ultimo, Francesco Gabbani, Ghali, Pinguini tattici nucleari, Rkomi e Sangiovanni. Tutti accompagnati dalla Mediterranean Orchestra diretta dal maestro Bruno Santori. Tra il pubblico, qualcuno ha affrontato un viaggio da Palermo o da Genova (come Veronica Leonardi, infermiera di 23 anni, approdata a Milano dopo un turno di notte) per essere alle 9 ai piedi della Madonnina, quando già era attivo il dispositivo di sicurezza predisposto dal questore Giuseppe Petronzi: sopralluoghi preventivi, ispezioni e bonifiche da parte di poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della locale, oltre al servizio di assistenza sanitaria a cura di 118, vigili del fuoco e Protezione civile (diversi i malori per il caldo). Da registrare, infine, la protesta dei commercianti della Galleria: "Ho ricevuto diverse lamentele – fa sapere il vicepresidente dell’associazione Salotto, Pier Antonio Galli –. Alcuni hanno dovuto chiudere in anticipo rinunciando a lavoro e incassi, troppa la calca. Forse sarebbe il caso di ragionare su location alternative per eventi di massa come questo, specie nei weekend".
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