
Allarme caldo per gli anziani
La tregua è stata breve: oggi anche su Milano piomba l’anticiclone africano Caronte, più potente del Cerbero che ha infiammato la scorsa settimana; non mollerà la presa almeno fino a mercoledì, quando le temperature in città potrebbero toccare i 38 gradi, con notti “tropicali“ ben sopra i 20°C. Già da ieri l’indice "Humidex" calcolato dall’Arpa riportava la Città Metropolitana al livello di "disagio forte" da calore (quarto su una scala di cinque), e per il sistema di allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore Milano, passata ieri dal bollino verde al giallo, oggi sale all’arancione (livello 2 di tre), che fa scattare l’allerta per i servizi sociali e sanitari.
Da venerdì l’Ats Metropolitana sta inviando ai Comuni che lo chiedono, come previsto dal Piano Caldo, l’elenco dei loro residenti più fragili. Sono "oltre 530", fa sapere il Comune di Milano, le persone che saranno sottoposte a sorveglianza attiva in città, cioè "contattate durante le ondate di calore per sincerarsi delle loro condizioni ed eventuali bisogni". Palazzo Marino ha riattivato anche il piano "Milano Aiuta Estate", che include, oltre a varie attività ricreative, il contact center 02.02.02 al quale dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 18, si può chiamare per chiedere aiuto o informazioni sui servizi per le persone vulnerabili, come l’assistenza domiciliare, la consegna dei pasti, il supporto per l’igiene personale e della casa e il sostegno telefonico.
Su 3 milioni 567.563 abitanti nel territorio dell’Ats (le province di Milano e Lodi), 467.545, cioè il 13,1%, hanno più di 75 anni e 42.671 (il 9,1% degli anziani) hanno avuto l’anno scorso contatti con i servizi sociali o di assistenza domiciliare tramite il proprio medico di base, ma la classificazione dei soggetti che rischiano di più durante un’ondata di calore si basa su un incrocio di fattori fisici (patologie come quelle cardiache e del sangue, respiratorie, metaboliche, mentali o uso di specifici farmaci), personali (oltre all’età il genere, dato che le donne sono leggermente più penalizzate, un basso reddito, isolamento e deprivazione sociale, dipendenze) e ambientali, come vivere in città (per l’effetto "isola di calore"), a un piano alto o senz’aria condizionata.
Tra gli over 75 dell’Ats - oltre 430 mila vivono nell’area metropolitana -, meno di uno su quattro (il 23,2%) è considerato a rischio "basso" perché non è in condizioni economiche precarie, non ha patologie e non prende farmaci che possono esporlo a un colpo di calore; il 39,5% è a rischio "intermedio", il 31,4% (poco meno di uno su tre) a rischio "alto" e il 5,9% (27.336 persone) a rischio "molto alto" perché ha reddito basso, è malato e in trattamento. Su 191.101 over 75 residenti a Milano città, circa 80 mila vivono da soli (il 42%), e tra loro circa 4.300 sono ad alto rischio e "non risultano aver fruito in tempi recenti di un contatto continuativo coi servizi territoriali", si legge nel piano pubblicato sul sito dell’Ats . Che elenca anche le altre categorie a rischio caldo (come neonati e bambini piccoli, donne incinte, malati cronici e psichiatrici, non autosufficienti, persone che abusano di alcol e droghe, o che vivono in condizioni disagiate, o anche "fanno esercizio fisico o svolgono un lavoro intenso all’aria aperta"), ma sono gli anziani le prime vittime delle ondate di calore, come ha dimostrato l’estate-record del 2022, che in base a uno studio dell’Istituto per la salute globale di Barcellona appena pubblicato su Nature Medicine , avrebbero provocato 61.672 decessi in tutta Europa di cui 18.010 in Italia: il Paese che ha avuto più vittime anche in rapporto alla popolazione (295 decessi da caldo per milione di abitanti, quasi il triplo della media europea di 114).
Del resto, l’anno scorso l’Italia ha registrato un’anomalia di 2,3 gradi in più rispetto alla sua media climatica tra maggio e settembre (rispetto ai +1,3 gradi della media europea), il che piazza l’estate del 2022 al secondo posto dietro quella torrida del 2003, ricorda il report conclusivo dei sistemi di allarme HHWWS e di sorveglianza della mortalità giornaliera SiSMG, che hanno registrato l’anno scorso rispettivamente 2.304 decessi attribuibili al caldo nelle 27 città che fanno parte del primo circuito ( Heat Health Watch Warning System ), e, nelle 49 città alle quali è allargato il secondo, un incremento di mortalità del 15% da metà maggio a metà settembre, con un picco del 29% al Nord in luglio. L’eccesso di mortalità maggiore, +21% nell’intera estate, è stato tra gli italiani over 85.
Uno dei fattori che rendono gli anziani più esposti alle alte temperature è che avvertono meno lo stimolo della sete, e rischiano così la disidratazione: "In Lombardia l’acqua dei rubinetti è sicura", ha ricordato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso invitando tutti i lombardi a bere e seguire gli altri comportamenti anticaldo, come evitare di uscire nelle ore centrali della giornata.