La truffa: "Suo figlio è un talento, si fidi di noi". In campo tornano i falsi procuratori

Dal derby Milan-Inter (classe 2007) alla periferia si moltiplicano le offerte "solo rimborso spese" dei faccendieri

Il derby classe 2007 fra Milan e Inter dello scorso 21 novembre

Il derby classe 2007 fra Milan e Inter dello scorso 21 novembre

Milano - Fa freddo nel pomeriggio di una domenica autunnale su un campo in erba sintetica lontano dal centro della grande metropoli. Si gioca il derby Milan-Inter, ma a sfidarsi non ci sono Ibrahimovic e Dzeko, bensì le squadre dei “giovanissimi“, classe 2007. Adolescenti, insomma, certamente di talento ma pur sempre ragazzi di 14 anni.

In tribuna papà, mamme, nonni e fratelli. E tanti osservatori. Ma pure, tutti insieme e più “nascosti“, alcuni eleganti signori che parlottano fra di loro. Foglio delle formazioni in mano, durante la partita prendono appunti, chiedono informazioni. E cercano di individuare i genitori da inseguire a fine partita, quando esibiranno frettolosamente bigliettini da visita. Prima i complimenti al giovane talento, poi la parolina che illumina gli occhi: siamo procuratori. La stessa scena accade ocontemporaneamente in decine di strutture della Lombardia dove sono impegnate squadre di società non professionistiche.

Ogni weekend, da tre mesi. "Suo figlio è bravo, così bravo che non può continuare senza un agente", se il ragazzo gioca in un club importante. Altro tono e promesse diverse se il baby giocatore è di livello inferiore: "Ci pensiamo noi a fargli fare un provino in un grande club. C’è solo un rimborso spese...".

Abboccano in tanti, alla fine però nessuno gioisce. Benvenuti nel grande circo dei sogni e delle illusioni, dei truffatori e dei maneggioni. Hanno aspettato che tutti gli impianti riaprissero, che sugli spalti delle scuole calcio tornassero le famiglie dopo i mesi più duri della pandemia in cui la maggior parte dei campionati giovanili si erano fermati. E adesso gli avvoltoi del pallone sono tornati, a caccia delle piccole “prede“ da manipolare, confusi (ma non troppo) fra gli spettatori sui campetti di periferia delle metropoli e in quelli più sperduti di provincia. Sono tornati in presenza, vero, ma anche “invisibili“ e pericolosi sui social, dove promettono “schede tecniche“ e provini nelle migliori società e un futuro alla CR7.

Il problema è che questi signori nella gran parte dei casi non hanno superato l’esame da Procuratore della Figc e neppure sono agenti Fifa, ma nella migliore delle ipotesi sono semplicemente faccendieri e intermediari di qualche sconosciuta società: per quasi tutti l’unico obiettivo e svuotare i portafogli di papà e mamme tanto ambiziosi quanto ingenui, magari con la complicità di qualche dirigente poco serio.

"La cosa più grave che si possa fare ad un ragazzo è promettere e poi non mantenere. Questo può demoralizzare un giovane atleta e deprimerlo psicologicamente - ci dice un osservatore di lungo corso che da anni passa i suoi weekend a scovare talenti per conto di un importante club professionistico -. Vedo cinque o sei partite del settore giovanile, a tutti i livelli. C’ero anche io il 21 novembre in quel Milan-Inter: li ho riconosciuti subito quei personaggi, per noi addetti ai lavori è facile identificarli. Hanno un’età che va dai 30 ai i 40 anni, il volto è persino rassicurante ma per me sono infami, brutta gente. Guardi che a 14 anni i ragazzi non hanno bisogno di un procuratore, se sono bravi ci sono gli osservatori che si rivolgono alle società e chiedono il nullaosta per un provino. E invece sa cosa accade? Soprattutto quelli che girano nei campionati regionali e provinciali vanno dai genitori, dicono che il figlio è interessante e promettono il provino in una societa professionistica o di serie C. A volte qualcuno si accorda pure con certi dirigenti, poi si spartiranno i soldi chiesti alle famiglie per un provino che alla fine è falso perché sanno bene che non succederà niente. La risposta è sempre la stessa: “Suo figlio è bravino, resterà sotto osservazione...“".

In fondo agganciare i genitori con facili promesse è un gioco da... ragazzi: "Gira tanto denaro perché papà e mamma farebbero qualsiasi cosa per accontentare il proprio figlio. La maggior parte delle volte si chiede un contributo di 100-200 euro per un provino, magari per giocare solo uno spezzone di partita, fuori ruolo e confuso fra decine di coetanei. Ma si arriva pure a 500 euro. Poi ci sono da aggiungere le spese di viaggio, perché centinaia di chilometri col borsone carico di speranze non te li paga nessuno. La verità è che alla fine si prendono solo quelli veramente forti o raccomandati dagli sponsor. Glielo ripeto, se a 14 anni un ragazzo è valido non c’è bisogno di un procuratore (le norme federali lo vietano, ndr), sono in tanti gli osservatori come me che girano".

Tutti vedono e sanno, pochi parlano: "Per quel che mi riguarda ho sempre denunciato questo sistema marcio – dice il nostro osservatore-testimone –, faccio da anni questa guerra contro i falsi procuratori ma nessuno interviene. La colpa è pure dei genitori che pensano di avere un figlio campione, e si aspettano ricchi contratti per risolvere i loro problemi familiari. Farebbero bene a chiedere il tesserino a quei signori...". Ma anche all’interno delle scuole calcio il problema è noto. "Ogni giorno devo gestire diverse chiamate di questi personaggi che mi chiedono un contatto con i genitori – ci rivela il direttore sportivo di una delle storiche scuole calcio d’élite di Milano –. Fosse per me certa gente non dovrebbe neppure entrare nei nostri centri sportivi, perché ai giovanissimi calciatori il procuratore non serve. E invece già cercano i ragazzi di 12 anni, regalano playstation e biciclette e poi chiedono il conto ai genitori per un provino. Di fatto è solo gente senza qualifica che vuole spostare dei piccoli calciatori per un guadagno proprio, peggio ancora se ci si presta a strani giochi con le società". (1-Continua)  

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