Ex calciatore ucciso, Rullo si difende davanti al gip: "Non sono stato io"

Il trentenne continua a negare ma gli investigatori non gli credono

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Milano, 18 dicembre 2017 - «Sono innocente, non sono stato io». Si è difeso così Raffaele Rullo, fermato per l’omicidio dell’ex calciatore Andrea La Rosa, mentre sua madre Antonietta Biancaniello ha scelto, ieri mattina, di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip Livio Cristofano durante l’udienza di convalida del fermo a San Vittore. Rullo, come la madre accusato di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, assistito dall’avvocato Luigi Di Martino, è in attesa del provvedimento che il giudice depositerà nelle prossime ore. La donna si era addossata la responsabilità del delitto ed era stata trovata, giovedì sera, mentre, a bordo della sua auto stava probabilmente cercando di liberarsi del corpo dell’ex calciatore di Serie C che era stato messo in un fusto per il gasolio. I due avevano anche comperato dell’acido per scioglierlo. All’origine del delitto, un debito che Rullo aveva con la vittima per circa 30mila euro. Attirato con l’inganno dall’amico con la scusa che gli avrebbe presentato sua madre, poi addormentato, sgozzato e infine infilato in un bidone di metallo, La Rosa, 35 enne milanese, ex calciatore e neo dirigente sportivo del Brugherio calcio (Monza), era scomparso lo scorso 14 novembre. 

Dopo un mese di indagini coordinate dal pm Eugenio Fusco, Biancaniello, 59 anni, era stata bloccata l’altro giorno dai carabinieri sulla Milano-Meda. Nel bagagliaio dell’auto aveva il bidone con il corpo di La Rosa, ma ai militari aveva detto «con freddezza»: «Dentro c’è gasolio». Madre e figlio, secondo gli inquirenti, si apprestavano (dopo aver provato in altro modo, tanto che il corpo ne portava i segni) a sciogliere il cadavere usando 24 flaconi di acido, sequestrati dagli investigatori in un garage di Seveso (Monza) in uso a Rullo. Prima erano stati intenzionati a farlo a pezzi con una motosega.

Il giorno della scomparsa, La Rosa e Rullo - a presentarli anni fa era stata la fidanzata della vittima - si erano incontrati in un Mc Donald’s di viale Certosa, dove l’ex calciatore era arrivato con 8mila euro nei calzini da dare all’amico, al quale aveva già prestato 30mila euro, mai restituiti. Già sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti, madre e figlio avevano fornito «versioni contrastanti e reticenti». Biancaniello, in particolare, presentatasi di sua spontanea volontà ai carabinieri, aveva dichiarato di aver visto La Rosa salire su un’auto ed allontanarsi da sotto casa sua dopo un colloquio con il figlio. Nell’interrogatorio della scorsa notte si è presa la colpa cercando di scagionare il figlio, che ha continuato a negare.

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