È andata a caccia di "contaminanti", analizzando nei laboratori di Milano le spugne arrivate dalle Maldive, e vi ha trovato dentro pure la caffeina: "Qualsiasi cosa assumiamo ha il suo impatto nell’ambiente, saperlo può aiutarci ad essere più sostenibili o a trovare soluzioni", spiega Chiara De Grandis, 25enne milanese, neolaureata alla Bicocca di Milano, dove ha ultimato i suoi studi sull’impatto del turismo sulla contaminazione della barriera corallina. Alle spalle un diploma al liceo linguistico. "Che mi è piaciuto un sacco – confessa – anche se mi mancava qualcosa. Così mi sono iscritta alla laurea triennale di Agrotecnologie per l’ambiente e il territorio, dove ho capito che era proprio l’aspetto ambientale che stavo cercando". Si è iscritta poi alla magistrale in Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio alla Bicocca. L’analisi delle spugne - provenienti sia dalle isole turistiche come Athuruga e Thudufushi, sia da quella non turistica di Magoodhoo - è stata al centro della sua tesi di laurea, alla quale ha continuato a lavorare in piena pandemia e con la quale si è aggiudicata anche il premio Giuseppe Montalenti, nell’ambito del trentesimo congresso della società italiana di ecologia (S.It.E). A farle recapitare le spugne in quel di Milano sono stati i ricercatori del Marhe center, il centro di ricerca della Bicocca alle Maldive. "Purtroppo non le prese io di persona – sorride Chiara –, ma grazie ai ricercatori del Marhe center ho potuto cercare alcuni contaminanti nelle spugne della specie Spheciospongia vagabunda, particolari per la loro capacità di bioconcentrare questo tipo di sostanze, confrontando la situazione delle isole turistiche con quella delle isole non turistiche: la caffeina c’era sempre ed è uno dei marker di attività antropica. Ho trovato il Deet, un repellente per insetti, in tutte le isole, come potevamo aspettarci. Non ci aspettavamo invece l’alta concentrazione ...
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