Caccia agli “odiatori“ sui social, messaggi al setaccio dei Ros

Inchiesta aperta e coordinata dal procuratore dell’Antiterrorismo Alberto Nobili sulle minacce di morte alla giovane

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È un lavoro che richiede tempo, ma nessuno si perde d’animo: l’ottimismo è una dote di chi investiga. Gli uomini del Ros di Milano guidati dal comandante Andrea Leo stanno continuando a lavorare sui messaggi, social e non, che sono arrivati a Silvia Romano, la giovane cooperante liberata dopo una lunga prigionia ma vittima degli hater.

In particolare l’attenzione si concentra sulle minacce di morte che hanno portato il pm di Milano, Alberto Nobili, a capo del pool dell’Antiterrorismo, ad aprire un fascicolo, per ora senza indagati, per minacce aggravate. Una violenza verbale pronunciata attraverso profili fake, ossia senza identità reali, ma gli investigatori stanno lavorando per risalire a chi si nasconde dietro immagini spesso legate all’estrema destra che non ‘perdona’ alla 24enne milanese, per la quale sarebbe stato pagato un riscatto, di essersi convertita all’Islam.

Non solo minacce scritte, la rabbia si è concretizzata anche con gesti reali, ben tre episodi avvenuti nella notte tra martedì e mercoledì scorso: una bottiglia ha colpito la finestra dei vicini di casa di Silvia, al primo piano, tre ragazzi nordafricani si sono presentati sotto il condominio in via Casoretto e le hanno intonato una serenata, un giovane maghrebino è stato sorpreso sul pianerottolo. Quando è stato fermato ha urlato di voler vedere Silvia e la sua fuga è stata in parte ripresa dalle telecamere di una trasmissione tv.

L’episodio, come gli altri due, è ora al vaglio della Digos i cui atti di indagini sono confluiti nel fascicolo nelle mani del pm Nobili. Nei confronti della giovane cooperante è stata decisa la misura della vigilanza generica radiocontrollata - il monitoraggio delle forze dell’ordine sotto la sua abitazione -, il primo passaggio nella catena di misure di sicurezza prima di tutela e scorta. Un provvedimento assunto in via cautelare, le decisioni da parte arriveranno entro le prossime due settimane, alla fine del periodo di quarantena.

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