Buccinasco, palestra incendiata per gelosia e vendetta amorosa

Richiesta di condanna a 12 anni per il dentista e la nuova fidanzata

La palestra distrutta

La palestra distrutta

Buccinasco - Questioni di cuore dietro l'incendio della palestra a Buccinasco avvenuto l'anno scorso. Lui dentista di 67 anni e lei pensionata di 64 anni, nel corso del processo con rito abbreviato i per due roghi che avrebbero appiccato tra maggio e giugno del 2021 in un complesso a Buccinasco,  che ospitava al piano terra la palestra Fit Boutique e al piano superiore un centro pilates, ora rischiano 12 anni di carcere: è la pena chiesta oggi dal pm Marina Petruzzella nel corso del processo con rito abbreviato per Gian Lauro Bianchi e Giovanni Vai. 

La palestra distrutta nel rogo
La palestra distrutta nel rogo

Il movente? "Gelosia" e "vendetta" contro la titolare del centro che "dopo una lunga relazione - si legge nel capo di imputazione - aveva lasciato il dentista incensurato" e che la nuova fidanzata complice "da anni viveva come sua rivale". Come hanno ricostruito le indagini che hanno anche portato la coppia in carcere, Bianchi e Vai, entrambi incensurati, avrebbero voluto "dare una lezione" alla proprietaria dei locali fitness: lui non avrebbe accettato la fine del rapporto e insieme alla nuova compagna, spinta invece da rivalità, la sera del 28 maggio 2021 dopo avere "spennellato con una sostanza bianca" l'obiettivo della telecamera di sorveglianza della palestra, hanno cosparso di benzina i tubi di metano e innescato il fuoco attraverso "una lunga miccia a lenta combustione". Solo un rapido intervento dei Vigili del Fuoco aveva "scongiurato il peggio".

Il fuoco
Il fuoco

Fallito il primo tentativo, un mese dopo la coppia, che ha anche cercato di depistare le indagini, ci ha riprovato. Ha provato a bruciare direttamente il centro pilates, ma senza riuscirci: la miccia, "un lungo filo di cotone rosso" non ha preso fuoco anche a causa dell'eccesso di silicone che i due imputati avrebbero applicato alla base della porta del locale per sigillarla ed evitare che le fiamme e i vapori si propagassero sul pianerottolo. La sentenza del gup Livio Cristofano è attesa per il prossimo 21 luglio.

 

Il 67enne non aveva accettato la fine del rapporto e insieme alla nuova compagna, che per anni era stata la rivale della prima, la sera del 28 maggio 2021 dopo avere oscurato l'obiettivo della telecamera di video-sorveglianza della palestra, hanno cosparso di benzina i tubi di metano e innescato le fiamme con una lunga miccia a lenta combustione accuratamente posizionata. Solo un tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco aveva evitato un'esplosione. Un mese dopo, il 27 giugno, avrebbero deciso, dopo il primo tentativo fallito, di bruciare direttamente il centro di pilates. In questo caso, il rogo non si era verificato perche' le micce di innesco si erano spente sul nascere anche a causa dell'eccesso di silicone che i due imputati avevano applicato sulla base della porta con l'intento di evitare che le eventuali fiamme potessero fuoriuscire sul pianerottolo condominiale. Durante le indagini tra i due roghi, sia Bianchi, difeso dall'avvocato Massimo Schiro', sia Vai, assistita dall'avvocato Edmondo Capecelatro Gaudioso di Morrone, avrebbero cercato di depistare gli inquirenti accusando del primo incendio la proprietaria del centro di pilates. La sentenza del gup Livio Cristofano e' attesa per l'udienza del 21 luglio.

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