Brexit, 100 gli studenti britannici nelle università milanesi: "Sì al passaporto italiano"

L'idea lanciata da Renzi su Rtl convince le matricole di Sua Maestà

Lo studente inglese del Politecnico Steven Lane

Lo studente inglese del Politecnico Steven Lane

Milano, 14 luglio 2016 - “Avevo votato contro la Brexit: mi sento uno studente dell'Unione Europea. Se in futuro sarà possibile ottenere un passaporto che mi consenta di girare nei Paesi europei, farò richiesta”, Steven Lane, 32 anni, nato a Nottingham, Inghilterra, è laureando in Architecture al Politecnico di Milano. È al secondo anno, sta preparando una tesi sullo sviluppo di architettura modulare in Brasile. Ha scelto l'ateneo milanese “perché nell'ambito specifico è uno dei migliori del mondo”, dice, ma dubita che in futuro suoi connazionali potranno fare la sua stessa scelta liberamente.

Per questo ha apprezzato l'idea lanciata dal primo ministro Matteo Renzi ai microfoni di Rtl: “Stiamo studiando delle soluzioni per portare i giovani ragazzi inglesi a prendere il passaporto italiano se vogliono – aveva detto il premier alla radio lombarda due giorni fa – se vengono a studiare alla Bocconi, al Politecnico o all’Università Statale di Milano: mi piace l`idea che possano avere, dopo due o tre anni, la possibilità di rimanere europei”.

Con la Brexit, Lane teme che in futuro “una laurea conseguita in Europa possa non venire riconosciuta in Inghilterra. Per lavorare da noi c'è bisogno di un titolo riconosciuto dal Royal Institute British Architects”. Lo studente politecnico aveva votato “Remain” - per posta da Milano – lo scorso 23 giugno. Come lui, anche un altro connazionale al Politecnico in Erasmus. Tra i suoi amici in patria, invece “c'è stata una divisione – ammette – tra europeisti e pro-Brexit. Come successo in tutto l'elettorato”.

A Milano attualmente studia circa un centinaio di studenti provenienti dal Regno Unito. Ai vari corsi dell'Università Cattolica sono iscritti in 20: 3 alle lauree triennali di Economia aziendale, Economia e management (in inglese) e Scienze linguistiche per le relazioni internazionali, 2 ai master Luxury-goods management e International Business, 9 in Erasmus e 6 a Medicina (sede a Roma). Al Politecnico i british students somo 33. In 23 frequentano corsi alla Statale: principalmente l'International medical School, il corso di medicina in inglese, ma anche Economia, Vitivoltura-enologia e Lingue internazionali

In Bicocca sono 12 le matricole e i laureandi di Sua Maestà, divisi tra visiting students (7, 2 dei quai in Erasmus) e iscritti a Medicina traslazionale, Psicologia clinica, Scienze della formazione primaria o al master in International business development. Alla Bocconi, che ha accordi con 21 università del Regno Unito (tra le quali London school of economics, Queen Mary e King's College) e ogni anno riceve 110-120 studenti UK, gli iscritti britannici a un corso di laurea triennale o magistrale sono 19. Tutti un po' più incerti sul loro futuro. “Ma se ci fosse la possibilità di avere facilitazioni per un passaporto italiano, coglieremmo l'occasione – conclude Lane – perché se puoi girare liberamente nei Paesi europei hai anche più opportunità di lavoro”.

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