Milano, Bosco verticale di periferia: si parte

Via all’iter per riqualificare i palazzi Aler di via Russoli: orti e giardini sui tetti e facciate realizzate con il riso

Il rendering del Bosco verticale di periferia

Il rendering del Bosco verticale di periferia

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Milano, 4 febbraio 2022 - Il progetto di riqualificazione dei palazzi popolari di via Russoli si è finalmente messo in moto. Ieri, nella sala conferenze di viale Romagna, Aler ha presentato il bando col quale si capirà se ci siano altri operatori interessati a realizzare i lavori. Se non dovessero essercene, si andrà avanti con il partenariato pubblico-privato che ha fin qui unito Aler ad A2A. È stata proprio la multiutility dell’energia a mettere a punto lo studio di fattibilità e il piano economico e finanziario del progetto e a proporsi di eseguirlo. Se, invece, dovessero farsi avanti altri operatori, si andrà ad una gara nella quale A2A avrà un diritto di prelazione.

L’investimento previsto è di 12 milioni di euro, soldi che si intende recuperare attraverso il Superbonus 110%. Da qui la necessità di una tabella di marcia accelerata: l’agevolazione istituita dal Governo scadrà alla fine del 2023. Ieri Aler ha quindi garantito che i lavori inizieranno "tra giugno e agosto di quest’anno e che termineranno alla fine del 2023". Un impegno scandito da Angelo Sala e Domenico Ippolito, nell’ordine presidente e direttore generale dell’azienda dell’edilizia pubblica, di fronte all’assessore regionale alla Casa, Alessandro Mattinzoli, alla delegazione di inquilini guidata da Tina Monaco e a Tiziana Monterisi, l’architetto che ha firmato un progetto già ribattezzato su queste pagine come il "Bosco Verticale di periferia", un progetto all’insegna del verde e della sostenibilità, concetti e scelte che, in questo caso più che in altri, hanno il sapore della svolta e del riscatto.

Dieci anni fa , infatti, i quattro palazzi che si alternano tra i civici 14 e 20 di via Russoli furono spogliati delle facciate esterne perché contenevano amianto. E da allora sono rimasti così: spogli ed esposti al freddo, alla pioggia, alle intemperie. Aler, in questi anni, non ha provveduto a rivestirli con nuove facciate perché le ristrettezze economiche in cui si dibatte da anni l’azienda lombarda dell’edilizia pubblica hanno imposto, a torto o a ragione, altre priorità.

Ora , però, quelli di via Russoli possono diventare i primi palazzi popolari ad essere rivestiti di facciate realizzate con materiale esclusivamente naturale: scarti di riso, per l’esattezza. Nonché i primi palazzi popolari ad ospitare sui tetti pannelli solari per l’acqua calda ma anche piccoli alberi, orti e giardini condivisi. Dove ieri c’era l’amianto, domani ci sarà natura e rispetto per la natura. Ma in periferia, per una volta.

Monterisi è cofondatrice di “Rice House“, un’azienda specializzata nel costruire con gli scarti del riso: "Si tratta – ha spiegato – di un materiale naturale in grado di isolare dal caldo in estate e dal freddo in inverno garantendo agli inquilini un beneficio fisico ma anche economico perché i consumi andranno a ridursi. Gli scarti di riso venivano usati 100-150 anni fa nella realizzazione delle cascine piemontesi e lombarde. E noi useremo riso proveniente dal Parco Agricolo Sud Milano, quindi materiali a chilometro zero". Non è finita: "Contestualmente i tetti saranno isolati e ricoperti da giardini con spazi comuni per il relax ed orti condivisi per le coltivazioni. I

l verde serve inoltre per raffrescare durante l’estate, abbassare le temperature in quartiere e raccogliere e trattenere l’acqua piovana. Infine il fotovoltaico per l’acqua calda sanitaria". Tutto questo a costo zero, grazie al Superbonus. L’idea del progetto si deve a Monterisi e all’associazione “Coltivare la città“ guidata dalla Monaco, residente in via Russoli, una delle anime del comitato di quartiere. Correva l’anno 2015 quando Monterisi e Monaco si convinsero della bellezza dell’idea. Nel 2020 ecco gli studi e i piani di A2A. Ed ora si spera che il 2022 sia l’anno dell’avvio dei lavori.

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