Milano, mix di droghe e farmaci: sballo e degrado lungo i binari

Il “Boschetto di Rogoredo” si è allargato fino a San Donato

La polizia locale impegnata lungo la banchina della stazione di San Donato

La polizia locale impegnata lungo la banchina della stazione di San Donato

Son Donato Milanese (Milano). 1 settembre 2019 - Un mix micidiale tra spaccio di eroina e dosi massicce di Fentanyl - il farmaco killer che sta prendendo piede nel mondo della tossicodipendenza - ma anche prostituzione a basso costo in cambio di droga, materassi buttati a terra tra sporcizia e degrado per godersi un «viaggio nel mondo che non c’è». Si è allargato a macchia d’olio oltre il confine di Milano - arrivando al patinato e benestante Quartiere Affari di San Donato - il famigerato «Boschetto di Rogoredo», la prima piazza di spaccio d’Italia e punto di approdo anche per i clienti provenienti da mezza Europa. Stessa gestione, stesso target: non solo giovani in cerca di emozioni forti, ma anche sessantenni affascinati dallo sballo a buon mercato e dal sesso con ragazzine.

È una storia che urla allo scandalo quella che per mesi è rimasta nascosta tra la boscaglia selvatica e la massicciata ferroviaria, dove i treni dell’alta velocità corrono veloci mentre i ragazzi attraversano i binari di corsa per comprare la droga. A fare scoppiare la vicenda sono stati dei pendolari stanchi di sentirsi assediati dal spacciatori aggressivi, sporcizia e tanto degrado. E, accesi i riflettori, sono iniziate le contromisure per arginare il problema. Mercoledì mattina, primo summit in Prefettura con il sindaco di San Donato, Andrea Checchi, la società Rfi che è proprietaria di quella fascia di boscaglia larga una ventina di metri e che collega Rogoredo al Quartiere Affari, carabinieri e Polfer.

«Bisogna ripulire quel fitto sottobosco che nasconde di tutto, se è necessario anche abbattendo qualche albero, perché la sicurezza è la priorità su tutto», spiega il sindaco Checchi, che mercoledì poterà questa proposta al tavolo indetto dal prefetto Renato Saccone. «Ogni ente si deve prendere la propria parte di responsabilità per risolvere il problema – continua il primo cittadino, che ieri mattina ha effettuato l’ennesimo sopralluogo con una pattuglia dei vigili –: noi siamo disposti a ripulire la boscaglia, ma abbiamo bisogno delle autorizzazioni, quella zona non è comunale e non possiamo intervenire. I ragazzi arrivano a piedi da via Orwell, vicino alla stazione di Rogoredo, e camminano fino a qui lungo i binari, che attraversano per arrivare in questa stazione rischiando la vita».

In molti arrivano a San Donato in treno, scendono e mischiandosi tra i pendolari, per poi infilarsi in quella discesa nascosta tra gli alberi: pochi metri sconnessi, dove gli spacciatori hanno creato dei gradoni con le lastre di cemento staccate dalla massicciata, che immettono in un altro mondo. Ieri mattina, gli operatori Amsa hanno ripulito il sottopasso e le banchine della stazione, ma in quell’angolo dimenticato dal mondo, la boscaglia, nessuno ha il coraggio di entrare. Basta avvicinarsi un po’ troppo per vedere spuntare dal nulla le «vedette» della droga, che a colpi di sassi e insulti allontanano giornalisti e curiosi. Zona off-limits: consentita solo ai clienti.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro