Boschetto di Rogoredo, parte la fase 2: medici sette giorni su sette

Si tratta del progetto per smantellare la piazza di spaccio

Uno dei disperati al boschetto di Rogoredo

Uno dei disperati al boschetto di Rogoredo

Milano, 27 giugno 2019 - Boschetto di Rogoredo, scatta la fase 2 del progetto che punta a smantellare definitivamente la piazza di spaccio più frequentata del Nord Italia. Il secondo step del piano di assistenza sanitaria, avviato in via sperimentale a fine gennaio 2019 sotto il coordinamento del prefetto Renato Saccone, avrà come orizzonte temporale il periodo luglio 2019-gennaio 2020 e potrà contare sulla presenza fissa di medici del Sert nell’area verde di via Sant’Arialdo, con l’obiettivo dichiarato di avviare sempre più tossicodipendenti verso percorsi di recupero.

La strategia di “aggancio” degli eroinomani che frequentano la zona passerà anche dalla messa a disposizione di presìdi per la riduzione del rischio e dalla presenza di operatori sanitari e di medici per 6 ore al giorno, 7 giorni su 7, con l’offerta di test Hiv. Coinvolti anche i servizi ambulatoriali per individuare strutture di accoglienza dove ospitare i tossicodipendenti in attesa del trasferimento nelle comunità. Sarà la Regione a garantire le risorse finanziarie per l’attuazione del programma, mentre il Comune si occuperà degli aspetti legati ai servizi sociali.

La fase 2, quella che segnerà il passaggio da una logica di tipo emergenziale a una di tipo strutturale, è stata messa a punto ieri, nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Saccone: a Palazzo Diotti, tra gli altri, i vertici delle forze di polizia, gli assessori comunali Anna Scavuzzo (Sicurezza) e Pierfrancesco Maran (Verde) e regionale Giulio Gallera (Welfare), i dirigenti di Ats Milano, Asst Fatebenefratelli-Sacco, Santi Paolo e Carlo e ospedale Niguarda. Durante il vertice, sono stati presentati anche i risultati degli ultimi quattro mesi di attività anti-spaccio delle forze dell’ordine: 26 arrestati, 130 denunciati, 50 fogli di via emessi dalla Questura e 100 consumatori segnalati. Secondo i dati a disposizione, il flusso costante di clienti si è notevolmente ridotto rispetto al passato; solo tre i minorenni intercettati nell’ultimo periodo, segno, per gli investigatori, che sta venendo meno il temuto “effetto emulazione” al boschetto. Ecco, infine, i numeri sul fronte sanitario: dall’inizio del progetto “L’unione fa la forza”, sono stati effettuati oltre 300 interventi di assistenza, di cui 3 salvavita per casi di overdose; più di 100 persone sono state convinte ad avviare percorsi di disintossicazione.

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