Di Pietro con la toga per Borrelli: l’ex pm in lacrime davanti al feretro

Il cordoglio dei colleghi e di Milano

Di Pietro in lacrime per Borrelli

Di Pietro in lacrime per Borrelli

Milano, 23 luglio 2019 - Il «suo pool» nel ricordo pubblico, in mattinata, a palazzo di Giustizia e la sua amata famiglia, figli e nipoti, nel ricordo più privato, durante i funerali, ieri pomeroggio, alla Basilica di Santa Croce, a Milano. Sono i due momenti più toccanti dell’ultimo saluto a Francesco Saverio Borrelli, ex procuratore capo di Milano, scomparso sabato mattina all’età di 89 anni, dopo una lunga malattia. Ieri mattina il feretro è rimasto esposto nell’atrio di Palazzo di Giustizia, l’ex pm Antonio Di Pietro ha chiesto in prestito una toga e l’ha indossata per partecipare al picchetto d’onore e stare a fianco al feretro del «suo capo». Così, con gli occhi gonfi di lacrime e accompagnato dalla moglie, l’ex magistrato del pool «Mani pulite» ha reso omaggio a Borrelli.

Di Pietro molto commosso, ha preferito però non dire nulla, poi ha abbracciato e salutato a lungo i familiari di Borrelli e il procuratore capo Francesco Greco. Vicino al feretro, coperto da una toga, anche Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, visibilmente commossi. Accanto alla bara la moglie di Borrelli Maria Laura e i figli Andrea e Federica. In mattinata anche la visita del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che ha voluto ricordare l’ex capo della procura milanese come un «esempio da custodire per le nuove generazioni». Il ministro lo ha definito un «esempio determinante per la lotta alla corruzione e un esempio di imparzialità». Bonafede ha sottolineato ancora il fondamentale contributo alla «giustizia» e alla «democrazia» italiane. Poi un momento privato, ma aperto anche ai tanti semplici cittadini che hanno voluto dare l’ultimo saluto al magistrato protagonista di una parte importante della storia della Seconda repubblica. Prima di morire, Borrelli, ha chiesto alla figlia Federica che alle sue esequie venisse letto un passo del Vangelo di Matteo. «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi».

Parole pronunciate nella Basilica di Santa Croce da da don Lidio Zaupa, che ha officiato le esequie. C’erano tutti i «suoi sostituti» per il picchetto d’onore attorno alla bara su cui erano adagiati la sua toga di velluto rossa, portata da Francesco Greco, e un cuscino di rose bianche. E poi tanti magistrati, avvocati, persone delle istituzioni, volti noti del mondo della cultura milanese, ma anche i suoi uomini della scorta, i dipendenti e i suoi assistenti e tanti cittadini comuni. L’unica assente Ilda Boccassini che ha preferito salutare Borrelli con una lettera privata inviata alla famiglia.

Presente, invece, Sergio Cusani l’ex finanziere arrestato nell’inchiesta Tangentopoli, che ha stretto la mano a Francesco Greco. Si è chiuso con un lungo applauso il saluto a palazzo di Giustizia e un lungo applauso anche dopo, alla chiesa che sorge proprio nel quartiere in cui ha sempre vissuto Borrelli.

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