La sorella di uno dei tre sub dispersi: "La guida operava senza la licenza"

Claudia Mastrogiuseppe denuncia: neppure il diving aveva le carte in regola

Daniele Buresta, Michela Caresani e Alberto Mastrogiuseppe: i tre sub dispersi nel Borneo

Daniele Buresta, Michela Caresani e Alberto Mastrogiuseppe: i tre sub dispersi nel Borneo

Milano, 10 settembre 2015 -  "Da quanto ci risulta, la guida Oslan non aveva la licenza per operare. E neppure il Diving center a cui mio fratello e gli altri ragazzi si sono rivolti aveva le carte in regola. Come è possibile?": è quanto sostiene Claudia Mastrogiuseppe, sorella di Alberto (36 anni), uno dei tre sub milanesi dispersi dal 15 agosto nelle acque dell’isola di Sangalaki, nel Borneo, dopo un’immersione. Insieme a lui sembrano essere spariti la fidanzata Michela Caresani, di 33 anni, e l’amico Daniele Buresta, di 36. Manca all’appello anche una ragazza belga di 29 anni, Vana Chris Vanpuyvelde, che si era unita al gruppo.

"Vogliamo vederci chiaro: se è vero che la guida non poteva operare dovranno essere presi dei provvedimenti, bisognerà indagare. Mio fratello e gli altri tre ragazzi non possono essere svaniti nel nulla, finora non è stato trovato alcun loro oggetto e questo è quantomeno misterioso", incalza Claudia Mastrogiuseppe, che parla anche a nome delle altre famiglie. Nei giorni scorsi è stata in Indonesia insieme a un amico suo e del fratello per seguire da vicino le operazioni di ricerca e per avere un contatto diretto con persone e realtà coinvolte. Già nelle scorse settimane aveva evidenziato parecchi «punti oscuri».

Primo: il fatto che la guida abbia lasciato soli i ragazzi. "Non è da fare. E i quattro, che sono sub esperti e non improvvisati, lo sapevano". Non coinciderebbero neppure gli orari "perché la guida avrebbe detto di essere riemerso alle 15 col gruppo, di essere stato coi ragazzi un’ora e di essere andato poi a cercare aiuto, venendo ripescato dopo due ore. Peccato che fossero le 17 quando è stato trovato". E poi "perché chi guidava il motoscafo non ha seguito i ragazzi durante l’immersione?".

Ritenuto lacunoso, dai familiari, anche il racconto sulla riemersione e sui contatti con altre barche, tutto si sarebbe svolto nel raggio di 200 metri, in una zona piena di pescatori e turisti. Restano aperte tutte le ipotesi. E non è da escludere il rapimento: "Quando i ragazzi sono spariti, Valeria (Baffè, fidanzata di Buresta, che ha partecipato alla gita ma non all’immersione tornando sana e salva sulla barca insieme a un altro ragazzo piemontese, ndr) e l’altro giovane presente hanno chiesto aiuto ad altre imbarcazioni per le ricerche. Intorno alle 18, mentre aspettavano notizie sul molo, hanno visto l’autista di un’altra barca che faceva segno: «Ok, è tutto a posto», indicando un altro mezzo in mare. Pensavano che avessero trovato i ragazzi. Invece quest’altra barca ha preso un’altra direzione. Che mezzo era? Chi c’era a bordo? Vorremmo fosse appurato", conclude Mastrogiuseppe. Le famiglie hanno offerto «una lauta ricompensa» a chi fornirà informazioni utili.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro