Boom di truffe online, vacanzieri nel mirino

Durante la quarantena aumento del 167%. Dal phishing alle case fantasma, in trappola anche esperti del web. .

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di Andrea Gianni

Un boom di truffe online durante i mesi del lockdown, con una crescita del 167% che a livello nazionale si traduce in oltre 28mila segnalazioni arrivate alla Polizia postale tra marzo e maggio rispetto alle 10.480 dello stesso periodo dell’anno scorso. E da maggio, quando gli spostamenti sono tornati progressivamente alla normalità, si è registrata una crescita delle frodi legate a prenotazioni di viaggi e case per le vacanze nell’estate anomala post-quarantena segnata da un turismo di prossimità. "La truffa è dietro l’angolo – spiega Marco Valerio Cervellini, responsabile comunicazione della Polizia postale – e le vittime sono anche persone che quotidianamente usano la rete". Tra le denunce arrivate in questi giorni, infatti, c’è anche quella del manager di un colosso del web "tratto in inganno e indotto a uscire dal sito per continuare la trattativa all’esterno, tra privati". Ha versato la caparra sul conto corrente, e il sedicente proprietario della casa per la villeggiatura si è dileguato. E i metodi dei truffatori spaziano da più classici e "banali" a quelli più sofisticati. Campagne di phishing che attirano con email che offrono pacchetti vacanze invitando a cliccare su un link per carpire informazioni riservate, case di villeggiatura “fantasma“, trattative fuori dalle piattaforme che invece di un risparmio sulle commissioni nascondono una beffa. "La maggior parte delle segnalazioni ci arrivano dal Centro-Nord Italia – prosegue Cervellini – e per recuperare il denaro è fondamentale la tempestività della denuncia, per riuscire a bloccare il conto corrente del truffatore prima che i soldi versati vengano prelevati". Sono spuntate anche “esche“ che sfruttano il nome “Arbnb“, con una “i“ di meno rispetto al colosso Airbnb, per attirare nella trappola navigatori in cerca di offerte per le vacanze.

"Da noi le comunicazioni e i pagamenti avvengono solo all’interno della piattaforma – spiega Giacomo Trovato, country manager di Airbnb Italia – abbiamo fatto grossi investimenti per verificare che le persone siano reali, abbiamo un team che si occupa di sicurezza. Negli anni abbiamo notato però una professionalizzazione del truffatore, che presenta una bozza del contratto, chiede i documenti all’ospite per far vedere che c’è l’intenzione di fare le cose per bene". E, in questo caso, alla truffa si aggiunge anche il furto di identità e di dati riservati. "Noi riceviamo circa 20mila richiesta di supporto all’anno – sottolinea Alessandro Sessa, direttore di Altroconsumo – e due terzi riguardano viaggi e vacanze". L’associazione di consumatori ha lanciato anche una campagna con Airbnb e Polizia postale per prenotazioni in sicurezza. Una guida con semplici consigli per "non farsi fregare", a partire da una regola d’oro: diffidare dai prezzi troppo bassi, offerte fuori mercato che possono nascondere l’inganno.

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