Bonus di mille euro a testa e slittamento al 2024

Oggi dovrebbe essere il giorno decisivo per l’intesa sul rinnovo del contratto Scala. O meglio, per l’intesa sullo slittamento al 2024, con una tantum nel 2023 per chiudere la partita e prendersi un altro anno per trovare la quadra definitiva. Stamattina alle 11 la delegazione sindacale incontrerà i vertici del Piermarini per il vertice che dovrebbe chiudere momentaneamente una trattativa che ha vissuto di alti (pochi) e bassi (tanti) nelle ultime settimane. Come già anticipato dal Giorno nei giorni scorsi, le parti dovrebbero trovarsi a metà strada. In sostanza, si continuerà a parlare della parte normativa, "congelando" quella economica e facendo di fatto iniziare il nuovo triennio dal 2024. In compenso, come da proposta deliberata a stragrande maggioranza dall’assemblea generale del teatro di mercoledì scorso, il Piermarini dovrà mettere subito sul piatto 1,5 milioni di euro, così distribuiti: un milione per una sorta di bonus da distribuire in parti uguali a tutti i dipendenti entro gennaio dell’anno prossimo (si parla di circa mille euro a persona, senza distinzioni di categorie o inquadramenti); 300mila euro per la polizza sanitaria; 200mila euro in più per la previdenza complementare. Una soluzione che ora dovrà trovare il definitivo placet della dirigenza, alle prese con il taglio già predisposto dalla Regione per il 2022 (-1,5 milioni di euro rispetto a quanto inserito nel bilancio previsionale) e con quello preannunciato dal sindaco Giuseppe Sala per il 2023 (ammontare non ancora quantificato).

Nel corso della vertenza, i lavoratori scaligeri hanno già incrociato le braccia sulla seconda prestazione del 26 novembre, facendo saltare la prova d’insieme dell’opera russa Boris Godunov, che aprirà la stagione lirica il 7 dicembre. I dipendenti hanno pure dato mandato ai loro rappresentanti di programmare un’altra agitazione, entro la fine di dicembre, per protestare contro le decurtazioni ai fondi pubblici.

Nicola Palma

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