Bomber, jeans e camicie “blues“ La moda vintage conquista Milano

Dai residuati degli eserciti ai fondi d’armadio della nonna: a caccia di occasioni fra negozi e bancarelle

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di Annamaria Lazzari

La rivincita del vintage sulla moda "mordi e fuggi". Fra i giovani è diventato trendy indossare un abito vissuto. Una strategia di risparmio in tempi di inflazione galoppante? Solo in parte, dal momento che la mania coinvolge anche chi potrebbe benissimo permettersi un abbigliamento nuovo di pacca. "È più il desiderio di appropriarsi di prodotti con una storia alle spalle. È una filosofia di vita alternativa ai capi in serie. Io vado pazzo per i cappotti in lana stile “Porto di Panama“ anni Ottanta e per le camicie in voga fra i musicisti blues: li trovo solo nei negozi dell’usato, non nelle grandi catene", spiega Simone Magaletti, 30 anni. "È voglia di originalità, anche nello stile, come insegnano i miei due idoli: Amy Winehouse e David Bowie", argomenta la più giovane Eden Ederai, 23 anni.

Sono entrambi clienti di Humana Vintage di via Vigevano, uno degli indirizzi più cool fra gli adepti del second hand, aperto da un anno e mezzo: per entrare di sabato bisogna mettersi in coda. "Siamo partiti sette anni fa con il nostro primo punto vendita in via Cappellari, adesso sono dieci i negozi in tutta Italia, oltre al portale online. La crescita del mercato è costante e per vari motivi: il tema del riuso e della sostenibilità ambientale, rilanciato dall’attivista Greta Thunberg, agisce ma il vero valore aggiunto di un look vintage è il mix di bellezza, qualità e distinzione dei capi", spiega Luca Gilardi, responsabile Retail per l’Italia di Humana che è un’organizzazione umanitaria.

Gli utili delle attività finanziano i progetti di cooperazione internazionale nel Sud del mondo. Denise Zucchello, 32 anni, appassionata di gonne a ruota da fox-trot, sostiene che "la moda di qualità degli anni Cinquanta e Sessanta è una forma di resistenza al vortice del fast fashion, allo spreco delle sue collezioni che durano una sola stagione". Fra gli evergreen più gettonati in via Vigevano ci sono la camicia con fantasia geometrica e bottoni grandi di fine anni Sessanta (a 32 euro), il vestito optical anni Settanta (25 euro).

Fra i ragazzi un classico è la ricerca del giubbotto Levi’s imbottito in voga 40 anni fa fra i paninari (da 25 euro). La grande spinta all’usato è comune ai due sessi. Andrea Orfeini, 20 anni e studente di moda, va pazzo per l’estetica militare. Il suo shopping alla fiera di Sinigaglia ieri lo ha portato dritto alla bancarella “Expo Army“: "Ho appena comprato una coperta usata dell’esercito italiano e uno scaldacollo, per soli venti euro. Più che la convenienza economica conta che sono pezzi realizzati con tutti i crismi, capaci di resistere nel tempo a differenza delle odierne realizzazioni low cost, quasi ad obsolescenza programmata, che siamo costretti a sostituire ogni anno", afferma. "In questo periodo è molto richiesto il bomber anni Ottanta dell’Alpha Industries, uno dei marchi americani più noti dell’abbigliamento militare, a cinquanta euro" spiega l’ambulante Luca. Va molto anche M29 policromo "un poncho antipioggia che può diventare all’occorrenza una tenda". Il prezzo è circa 25 euro ma i modelli più preziosi, in uso al regio esercito italiano durante la seconda guerra mondiale, arrivano a costare anche 50 euro. Si riconoscono per i bottoni originali in bachelite.

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