Le buste cinesi tradiscono i bombaroli anarchici: tre arresti

Plichi esplosivi a Torino, il prezzo e il materiale orientano le indagini. Indagini coordinate dalla procura di Milano

I I plichi acquistati a Genova costano l’arresto a tre anarchici

I I plichi acquistati a Genova costano l’arresto a tre anarchici

Milano, 22 maggio 2019 - L’indizio decisivo per le indagini è stato una scritta a matita: “40 centesimi”, trovata sulle buste. Questa traccia ha consentito di individuare l’unico negozio di Genova che le vendeva a quel prezzo, un bazar cinese, e gli acquirenti, due degli arrestati - Giuseppe Bruna, 49 anni, che vive a Ferrara, e Natascia Savio, 35 anni, torinese bloccata in Francia - inquadrati dalla telecamera di una chiesa di fronte a bazar.  I due compratori per precauzione, «non avevano toccato i plichi per non lasciare impronte», ma le immagini - con tanto di analisi della loro camminata - non hanno lasciato dubbi agli inquirenti.

Così i Ros da quelle immagini sono risaliti poi agli autori di tutti gli attentati esplosivi contro i pubblici ministeri di Torino e contro il direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, inseriti nella cosiddetta «campagna di lotta contro la repressione» del giugno 2017. Le indagini, coordinate dalla procura di Milano, hanno accertato come gli autori si fossero riuniti a Genova per la spedizione dei pacchi esplosivi. Nella loro «campagna esplosiva» i tre anarco-insurrezionalisti arrestati avrebbero seguito «i dettami dell’ideologo detenuto della Fai (Federazione anarchica informale, ndr) Alfredo Cospito». Tra gli arrestati per attività a finalità terroristiche e di eversione e per l’invio di tre ordigni, oltre a Bruna e Savio, Robert Firozpoor, 23 anni, di origini iraniane.

 

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