Il sindaco di Bollate: "Zona rossa, 7 giorni non bastano"

Preoccupato Vassallo. Semideserta la città, mentre sui social si accavallavano le domande

In girò per Bollate si sono visti più esponenti delle forze dell’ordine che cittadini

In girò per Bollate si sono visti più esponenti delle forze dell’ordine che cittadini

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Bollate (Milano), 19 febbraio 2021 -  Da troppo tempo non si vedevano ed era andata a trovarla. È finito in modo tragico quell’incontro con l’anziana mamma, alla base del contagio che da Ospiate di Bollate è arrivato a Pavia. La prima vittima del focolaio bollatese è deceduta martedì sera al Policlinico di Pavia dove era ricoverata in terapia intensiva da alcuni giorni. La figlia è un’operatrice della materna Munari di Ospiate, la scuola dove è esploso il contagio che ha coinvolto 59 persone (45 bambini e 14 adulti, fra maestre e operatori) così rapidamente che l’autorità sanitaria aveva fatto scattare i controlli a campione: fra i positivi tre avevano la variante inglese. Un quarto caso, riferibile alla Munari, l’hanno appunto accertato a Pavia.

Ieri c’erano più forze dell’ordine che abitanti in giro per la città al suo primo giorno di “lockdown”, scattato mercoledì alle 18. Serrande abbassate, scuole chiuse, controlli nelle strade e agli ingressi del paese. Fra i bollatesi sui social è tutto un chiedersi che cosa si può fare e cosa è vietato; tanto che il sindaco, Francesco Vassallo si è rivolto al prefetto di Milano per farsi chiarire i dubbi. Le regole sono pubblicate sul sito del Comune.

Il timore crescente è che questa prima settimana di confinamento non basti. "Le quarantene sono di 14 giorni, per questo credo ci vorrà più di una settimana di zona rossa per tornare a una situazione più tranquilla", dice il sindaco. Intanto i numeri del cluster scolastico starebbero crescendo, mentre ieri si è concluso lo screening volontario di massa per i 740 studenti dell’istituto Rosmini invitati a fare il test rapido. "Bisognerà attendere la fine della zona rossa per avere i dati completi sulla scuola", rispondono da Ats.

In assenza di numeri ufficiali, quelli che circolano si rincorrono e si contraddicono col passare delle ore. Secondo l’ultimo aggiornamento di mercoledì il test di massa lo avrebbero fatto in 370. Fra questi sono 11 i casi positivi confermati (che se si aggiungono ai 59 della scuola materna vanno a quota 70), occorreranno giorni per sapere quanti siano nella variante inglese. "Degli 11 casi, alcuni sono già i cosiddetti link, ovvero fratelli e altri familiari contagiati - precisa Vassallo -. E sembrerebbe che siamo arrivati a 94 con i link esterni al territorio".

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