Bochicchio e i vip di Milano "Ci fidavamo di lui..."

Le indagini della Gdf sulle truffe del broker morto a Roma prima del processo. Resta aperta la partita dei risarcimenti. Il Dna conferma: il cadavere è il suo

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di Andrea Gianni

Dall’esame del Dna, e dai resti del braccialetto elettronico trovato sul luogo dell’incidente, è arrivata una prima certezza. Il corpo carbonizzato dopo l’incidente di domenica sulla via Salaria a Roma è quello del broker Massimo Bochicchio, che si trovava agli arresti domiciliari ma godeva di un permesso di due ore al giorno. La morte, come è emerso dall’autopsia, potrebbe essere stata causata dal violento impatto con un muro e successivamente dalle fiamme sprigionate dalla sua moto, anche se restano punti da chiarire sulla dinamica dell’incidente. Con il decesso dell’imputato si chiude quindi il processo penale in corso a Roma, mentre resta aperta la partita dei risarcimenti (sono una trentina le richieste). La Guardia di finanza di Milano aveva sequestrato infatti parte dei suoi beni nell’ambito dell’inchiesta sulle truffe finanziarie ai danni di calciatori, allenatori e altri vip. Solo all’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte, una delle vittime, avrebbe spillato circa 24 milioni di euro, con la promessa non mantenuta di moltiplicare i guadagni.

A Milano indagarono sui “maneggi“ di Bochicchio il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli e i pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, che hanno messo sotto la lente anche un "doppio canale di investitori" sul quale era scattato l’alert della Gdf: presunta provenienza illecita dei capitali investiti, evasione fiscale, bancarotte e denaro sporco da riciclare. Indagini milanesi (poi confluite nell’inchiesta romana e sfociate nel processo in corso) che avevano portato anche al suo arresto all’aeroporto di Giacarta, in Indonesia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per riciclaggio internazionale. Di quell’inchiesta resta una mole di intercettazioni e testimonianze raccolte dalle Fiamme gialle. "Io, o più precisamente mio fratello, abbiamo perso 24 milioni di euro. Quello che so è che aveva tantissimi clienti", spiegava alle Fiamme gialle Daniele Conte, fratello di Antonio, dopo aver denunciato Bochiccio per truffa e appropriazione indebita. Un raggiro partito nel 2017, quando Antonio Conte, all’epoca allenatore del Chelsea, tramite il fratello aveva aderito alla proposta del broker italiano attivo nella City di investire 24 milioni di euro "nel fondo Kidman con sede nelle British Island" garantito come "proposta seria". Nella lista dei clienti che avevano affidato a lui, in tutto, oltre 600 milioni di euro compaiono vip come l’ex giocatore della Juventus Patrice Evra, l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy, l’ambasciatore Raffaele Trombetta, l’ex ct della nazionale campione del mondo nel 2006 Marcello Lippi e il figlio Davide, l’architetto Achille Salvagni.

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