Bimbo ucciso dal padre, al vaglio la posizione della madre

Il racconto del padre: "Gli ho dato un calcio al petto"

Aljica Hrustic con il figlio

Aljica Hrustic con il figlio

Milano, 20 giugno 2019 - Le indaginiI della procura si concentrano da settimane sulla posizione della madre del piccolo Mehmed, il bambino di due anni e 5 mesi ucciso lo scorso 22 maggio dal padre Aljica Hrustic, 25 anni di origini croate, in via Ricciarelli, in zona San Siro. La madre del piccolo non chiamò i soccorsi quando il bambino era sul letto agonizzante, non lo portò in ospedale la sera prima quando si lamentava per via delle bruciature sui piedini.

Intanto due giorni fa, nella città di origine di Hrusic, in Croazia, dove vive un fratellino di Mehmed (e figlio della coppia) si sono svolti i funerali del piccolo. La madre del bambino incinta del quarto figlio, si trova ora in una struttura privata protetta, separata da altre due figlie molto piccole (3 anni e 1 anno) che si trovano anche loro in una struttura per minori. La difesa di Hrusic, lo studio dell’avvocato Giuseppe de Lalla, ha nominato un medico legale e un altro consulente per effettuare una perizia psichiatrica sull’uomo, in cella a San Vittore da circa un mese.

A quanto si è saputo, dai primi risultati dell’autopsia il bimbo è morto per un trauma cranico provocato da una botta in testa. Cosa che non combacia con quanto confessato dal padre nell’interrogatorio davanti al pm Giovanna Cavalleri e al giudice: Hrusic ha raccontato di avere colpito suo figlio tirandogli «un calcio sul petto». Dai primi riscontri il bambino aveva effettivamente una costola rotta, anche se dai primi esami sembra che quel calcio non sia stato, direttamente, la causa della morte. Ma per chiarire definitivamente la dinamica del delitto è attesa per la fine di luglio il risultato della relazione autoptica del medico legale nominato dal pm. Gli inquirenti vogliono chiarire se il bambino abbia subito violenze anche nei giorni precedenti alla sua morte e il contesto in cui sono avvenute.

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