Bike sharing senza stazioni: il Comune lancia il bando

La prima fase si chiude il 5 luglio, il sindaco Sala: "Il servizio deve partire prima delle vacanze"

Bike sharing

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Milano, 17 giugno 2017 - Avanti tutta verso il bike sharing a flusso libero. Entro i primi giorni di settimana prossima il Comune lancerà un avviso pubblico per reclutare società interessate ad attivare il servizio in città. Il via libera all’operazione è stato dato ieri dalla Giunta, che ha approvato la relativa delibera. Il bike sharing free floating sarà sperimentato per tre anni, solo poi si deciderà se confermarlo oppure no. Nel dettaglio, l’avviso pubblico resterà aperto un anno in modo che gli operatori si possano candidare in qualsiasi momento. Al termine dei primi dodici mesi si farà un check e se tutto sarà filato liscio, si riaprirà una seconda finestra per l’invio delle offerte e poi una terza, sempre previa valutazione dell’accaduto, allo scoccare del terzo anno. Ogni 5 del mese una commissione si riunirà per valutare le candidature nel frattempo pervenute agli uffici di Palazzo Marino e autorizzare le società. La prima scadenza è ravvicinatissima: la commissione si riunirà già il 5 luglio. Da lì alla messa in strada delle biciclette occorrerà qualche settimana: «Svolte le verifiche del caso, vorrei arrivare alle vacanze avendo dato un segno di questo nuovo sistema» fa sapere il sindaco Giuseppe Sala.

Come anticipato nelle scorse settimane, il bike sharing a flusso libero si definisce tale perché non prevede postazioni fisse e obbligate né per il ritiro né per la riconsegna delle biciclette. Queste possono essere noleggiate e parcheggiate ovunque. L’abbonato al servizio può visualizzare sul suo smartphone la mappa con la posizione in cui si trovano le bici in quel momento e, di nuovo con lo smartphone, dare il via al noleggio. Esattamente come succede per il car sharing griffato Car2Go, Enjoy o Sharen’go. Per evitare furti, le bici sono dotate di un dispositivo Gps che le localizza costantemente. Non solo: una volta concluso il noleggio, scatta il blocco dei freni o dei pedali, a seconda della tecnologia scelta. Gli uni e gli altri si sbloccano solo quando inizia un nuovo noleggio. Il bike sharing a flusso libero è già realtà in Germania (Milano guarda in particolare al modello di Berlino, citato da Sala) ma anche in Cina.

Il vantaggio di questa tipologia di bike sharing? Gli investimenti iniziali e i costi di gestione sono meno elevati rispetto al sistema a postazioni fisse qual è «BikeMi», gestito da Clear Channel, che non sarà smantellato: i due sistemi convivranno. Il sindaco aggiunge poi un altro elemento di valutazione: «Oggi chi fa il servizio di bike sharing a Milano rientra dai costi soprattutto attraverso l’affitto di spazi pubblicitari nelle stazioni di prelievo e riconsegna. Ma gli spazi più ambiti sono quelli in centro, non in periferia, e questo ostacola la nostra volontà di estendere il servizio». Anche da qui la virata sul flusso libero. Il bando, allora. La flotta massima complessiva è stata fissata dal Comune in 12mila bici e ogni operatore dovrà avere da un minimo di mille ad un massimo di 4mila bici che potranno essere utilizzate senza limiti di tempo. Il servizio dovrà essere assicurato 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Gli operatori dovranno garantire l’interoperabilità col trasporto pubblico se il Comune si doterà di sistemi per la condivisione di titoli di viaggio e abbonamenti e dovranno versare un forfait di 30 euro per ogni bici, tranne che per le bici a pedalata assistita, per la Cosap. «Con bici che non richiedono stalli sarà ancora più semplice muoversi sulle due ruote anche in periferia e integrare l’uso del trasporto pubblico con altri sistemi di mobilità» conclude Marco Granelli, assessore alla Mobilità.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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