Trasporto pubblico: biglietto unico e rincari, piano anti-ricorsi

Riforma in due fasi da aprile. Ma scoppia il caso Metro 5

Biglietto Atm

Biglietto Atm

Milano, 29 gennaio 2019 - ​Partire ad Aprile. Ma solo in via sperimentale e solo con i servizi e le linee di trasporto pubblico di competenza dell’Agenzia di bacino di Milano, Monza, Lodi e Pavia, ovvero: autobus e, per quanto riguarda il capoluogo, tram e metropolitane. Questo è il piano condiviso dall’assemblea della già citata Agenzia a proposito dei tempi e dei modi secondo i quali far partire il biglietto unico integrato nell’area che include le quattro province. Un piano che sarà approvato, salvo sorprese, per metà febbraio in modo possa essere operativo un mese e mezzo più tardi. Questo è, in particolare, quel «piano sicuro» e «al riparo da eventuali ricorsi» al quale il sindaco Giuseppe Sala ha accennato anche ieri.

Negli atti che daranno il via alla svolta si preciserà che l’integrazione tariffaria sarà estesa ai treni regionali (Trenord) in un secondo momento appena perfezionata un’intesa con la Regione. A fronte di eventuali ricorsi, si farà presente come la legge regionale numero 6 del 2012 preveda, che ci sia o no l’integrazione tariffaria, un periodo di salvaguardia delle tariffe dei treni di almeno 5 anni, periodo all’interno del quale la maggior parte delle tariffe attuali resterebbe quindi in vigore anche a fronte di riforme quali quella che si appresta a varare l’Agenzia di bacino. Nonostante il piano B stia via via emergendo, i toni di Palazzo Marino e del centrosinistra milanese e lombardo non accennano a calare.

Anzi, Sala ieri ha fatto sapere che senza i maggiori introiti garantiti dall’integrazione tariffaria (pari a 55 milioni di euro l’anno) il Comune difficilmente potrà finanziare il prolungamento della Metropolitana 5 fino a Monza: «È chiaro che prima di pensare di dare la luce verde a un’altra metropolitana, io non voglio lasciare un debito a chi verrà dopo di me. È evidente a tutti che il servizio delle nuove metropolitane è un servizio più avanzato ed è normale che debba costare di più». Il sindaco si riferisce non tanto ai costi per la realizzazione del prolungamento, per i quali la parte del leone sarà fatta da Stato e Regione, ma alla possibilità di far fronte ai costi di gestione della lilla una volta estese le corse dei treni.

Parole che provocano la reazione di Paolo Grimoldi, deputato della Lega: «Adesso che il Governo ha stanziato in manovra 900 milioni per il prolungamento della M5, Sala cambia idea e tira fuori che è costretto ad aumentare i biglietti Atm per finanziare i costi del prolungamento fino a Monza? Balla colossale». Quindi ecco Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari Regionali del M5S: «I soldi per protare la M5 a Monza noi li abbiamo messi. È il caso che Regione e Comune si parlino invece di litigare». A Palazzo Marino, intanto, emergono malumori tra i consiglieri del Pd, che ieri si sono riuniti per parlare del nodo biglietto. Al termine dell’incontro, comunque, il capogruppo dem Filippo Barberis conferma che «a metà febbraio prima la Giunta e poi il Consiglio approveranno la riforma della tariffazione indicata dall’Agenzia di bacino. L’aumento del biglietto scatterà ad aprile».

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