Atm, aumento biglietti? "Quando Sala prometteva sconti a chi usa il metrò"

Il sindaco chiude l’anno con un dietrofront tanto improvviso quanto impopolare

DIETROFRONT A sinistra la promessa elettorale del sindaco Giuseppe Sala quando era  in corsa per Palazzo Marino

DIETROFRONT A sinistra la promessa elettorale del sindaco Giuseppe Sala quando era in corsa per Palazzo Marino

Milano, 31 dicembre 2017 - Con l'auto elettrica, su cui viaggiava anche il suo predecessore, Giuseppe Sala sta girando la città per davvero. Prima promessa elettorale «ecologica» mantenuta dal sindaco. Che però chiude l’anno con un dietrofront tanto improvviso quanto impopolare: altro che sconti a chi lascia in garage l’auto e si attacca al tram o opta per il metrò, dal 2019 cinquanta centesimi in più a biglietto e balzello in vista anche sugli abbonamenti.

E pensare che durante quella che fu ribattezzata la sua «Leopolda», alla vigilia delle urne – correva l’aprile 2016 – era stata annunciata un’idea: premiare con agevolazioni i milanesi che nella vita di tutti i giorni adottano comportamenti che sorridono all’ambiente, battendosi contro lo smog. «Si sta ragionando sulla possibilità di offrire sconti per i mezzi pubblici a chi lascia a casa l’auto, ad esempio legando questa agevolazione al bike sharing», aveva ribadito l’allora assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran (riconfermato, ma con delega all’Urbanistica). Il 2017 non si era aperto con ritocchi al ribasso ma quantomeno i milanesi, che già temevano nuove sorprese, si erano messi il cuore in pace. «Non ci sarà alcun aumento del biglietto dei mezzi pubblici a Milano», aveva assicurato il sindaco col bilancio di previsione in mano, giusto dodici mesi fa, dopo aver promesso qualche mese prima anche più controlli contro i «portoghesi». 

Ci sarà un altro anno di tregua ma, salvo nuovi ripensamenti o lo stanziamento di altri soldi dalla Regione, l’aumento ci sarà, eccome. Stesso copione per il capitolo «famiglie numerose»: la «maggiore attenzione» richiesta e promessa si è tradotta con ritocchi all’insù per le tariffe dei centri estivi. La risposta? Duemila iscritti in meno. Fuga dalla «cara» città. Fra vigili del quartiere in più – promessa mantenuta – e promesse rinviate a data da destinarsi, come l’addio al pavé di via Torino («Che debba rimanere per me è una stupidata», disse a gennaio 2016), l’anno nuovo debutta con le polemiche – in compagnia dello smog – alle stelle.

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