Bicocca, portinai a 4 euro l’ora "Costretti a un contratto da fame"

L’ultimatum via telegramma, accettare il taglio o perdere il posto. Scatta la protesta nell’ateneo. Nel passaggio da una società all’altra pesanti tagli e ricorsi in Tribunale. I sindacati: l’università intervenga

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Stipendio quasi dimezzato da un giorno all’altro. Dagli attuali 1000-1200 euro al mese a 699 euro netti per 40 ore di lavoro settimanali. Circa quattro euro l’ora in una delle città con il costo della vita più alto in Italia, mentre i risparmi vengono erosi da inflazione e rincari. Ieri è esplosa la protesta dei dieci addetti alle portinerie delle residenze universitarie della Bicocca, assunti da una società esterna, che hanno incrociato le braccia contro un’operazione che si traduce in tagli sui loro stipendi. Operazione partita lo scorso 20 aprile, quando l’università Bicocca ha affidato tutti i servizi di ristorazione e portierato a Prodest. Nel passaggio da una società all’altra, però, per poter conservare il posto i 10 portinai dipendenti di Sodexo che verranno riassorbiti da Prodest sono stati messi di fronte a un cambio di contratto, con condizioni peggiorative messe nero su bianco in un telegramma con la richiesta di firmare per accettazione: "Quale integrale corrispettivo le sarà riconosciuta la retribuzione di euro 950 mensili al lordo di ogni ritenuta".

"Le lavoratrici e i lavoratori delle portinerie delle residenze universitarie – spiegano i sindacati Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl – svolgono mansioni equiparabili a un portiere d’albergo. I 10 addetti al servizio hanno in applicazione attualmente il Ccnl Multiservizi e Turismo. Diversamente, Prodest applica il Ccnl dei Servizi Fiduciari, con un differenza retributiva enorme". Differenza che si traduce in un taglio pesante dello stipendio, per svolgere gli stessi compiti. Risale allo scorso 19 maggio la prima lettera inviata dai sindacati alla direzione generale dell’ateneo, chiedendo "rassicurazioni su una continuità a livello retributivo ed eventualmente un loro intervento diretto - in qualità di committente - nei confronti di Prodest". La proposta era quella di armonizzare i due contratti o continuare ad applicare il Multiservizi. "Non abbiamo ottenuto risposte – spiegano Mariagrazia Ferrandi (Filcams-Cgil) e Katia Castagnino (Fisascat-Cisl) –. Il 23 giugno ci è stata finalmente concessa una data per l’incontro fra le parti, per il 7 luglio". Solo che il passaggio dei lavoratori è previsto per domani. L’incontro, quindi, è stato messo in calendario a giochi fatti, "oltre al danno la beffa".

La questione approderà anche davanti al Tribunale del Lavoro di Milano con un ricorso che, se non cambieranno le carte in tavola, verrà presentato domani. Intanto ieri i lavoratori si sono riuniti in presidio in via Vizzola, di fronte all’ateneo, raccogliendo anche la solidarietà degli studenti. Alla fine un incontro c’è stato, senza però approdare a una soluzione. "L’università dice di avere le mani legate in quanto non si tratta di un cambio d’appalto ma di un affidamento temporaneo – concludono Ferrandi e Castagnino– noi invece sosteniamo che potrebbe intervenire in qualità di committente". Prosegue, intanto, il conto alla rovescia.

"Bicocca ha esteso alle residenze i servizi di portierato già attivi nell'Ateneo, secondo la legislazione vigente, e non ha alcun ruolo nell'ambito del costituendo rapporto di lavoro tra l'appaltatore subentrante e i suoi lavoratori. Questo non significa però che l'Ateneo non abbia a cuore il tema e non comprenda le preoccupazioni dei lavoratori, prestandosi a svolgere un'attività di facilitazione informale tra appaltatore subentrante e lavoratori" spiegano dall'università.

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