Bicocca, la rettrice: "Milano come Boston: riparta dai suoi atenei"

Iannantuoni: la città universitaria non si ferma. Più 13% di matricole alla Bicocca, nuova laurea in intelligenza artificiale e ricerca

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di Simona Ballatore

"Vogliamo dare un segnale di resilienza e presenza. Per l’università, per Milano. È il momento di fare il punto su quanto è stato fatto e di indicare le prospettive". Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università di Milano-Bicocca, non rinuncia alla cerimonia di apertura del nuovo anno accademico (il suo secondo da rettrice), anche se a distanza. E con lei domani alle 15 - in streaming - ci sarà Ilaria Capua, direttore del One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, che parlerà di “Salute circolare, salute di tutti”.

Perché non rimandare la cerimonia, sperando nella presenza?

"Perché vogliamo dare un segnale forte ed è importante farlo adesso. Siamo stati cauti in questi mesi sulle presenze in università, ma non abbiamo mai chiuso né dovuto chiudere laboratori ed edifici. E i risultati della ricerca lo dimostrano"

Un primo bilancio.

"Sul Covid sono 21 le ricerche in corso, dal nostro vaccino made in Italy alle terapie ma non solo. Tutti e 14 i dipartimenti hanno dato contributi sugli effetti dal punto di vista psicologico, emotivo, economico. Senza dimenticare le nostre ricerche di eccellenza che continuano, dai coralli al cambiamento climatico, e la piattaforma “Bicocca con le scuole” per aiutare nella didattica a distanza, alla quale si sono già connessi 20mila insegnanti. Sono 305 i progetti competitivi finanziati".

Secondo un recente studio, il lockdown avrebbe aumentato la produttività del 15% per i ricercatori, mentre per le donne sarebbe diminuita del 20%. Stiamo perdendo il terreno recuperato con fatica?

"Sul gap di genere purtroppo in Italia siamo ancora indietro e il lockdown, con la chiusura delle scuole, ha penalizzato soprattutto le donne, con un carico di lavoro maggiore. Bisogna investire di più per supportarle e dar voce alle testimonianze. Anch’io ho lavorato tantissimo e ho preso decisione difficili con mia figlia che giocava al mio fianco. Dobbiamo far capire, con l’esempio, che si può fare".

Com’è la situazione in Bicocca?

"Abbiamo la percentuale più alta anche di docenti ordinari donna rispetto ad altri atenei, ma l’imbuto c’è anche da noi. Nel passaggio da associati a ordinari la presenza femminile si assottiglia. Abbiamo un nido e una materna aziendali e stiamo cercando nuovi strumenti e modelli per fare di più e meglio".

Il Coronavirus non ha frenato le immatricolazioni a Milano. Perché?

"Perché è in tutto e per tutto una città universitaria, con 200.000 studenti. Siamo la Boston d’Italia. Da noi le matricole sono oltre 11.600, abbiamo un più 13% ed è significativo".

Aprirete anche nuovi corsi?

"Sì. Abbiamo avuto il coraggio di creare un corso di laurea nuovo, insieme alla Statale e all’università di Pavia sull’intelligenza artificiale. Unisce due aspetti che mi stanno a cuore: la creazione di reti con altri atenei pubblici e l’internazionalizzazione. Investiremo ancora di più poi sulla digitalizzazione della didattica: ho dato il via a quattro assegni di ricerca sul tema, declinato nelle diverse discipline. E saranno potenziate le iniziative per la città".

Come?

"Abbiamo cercato di fare in modo che l’ateneo rimanesse aperto anche adesso, con contest, esplorazioni geologiche virtuali, con uno sportello psicologico. E ci saranno novità dal punto di vista urbanistico: Piazza della Scienza è già stata depavimentata e ha cambiato volto, ci saranno zone 30 e novità".

E Bicocca avrà la sua “porta”, come Porta Nuova?

"Ci stiamo lavorando e per primavera annunceremo il nostro progetto: Bicocca ha cambiato vocazione, è il quartiere della cultura".

Anche Milano dovrà trovare una diversa vocazione. Cosa è mancato? Da cosa ripartire?

"Milano deve avere il coraggio di sperimentare. E ce l’ha. Deve essere ancora di più una città moderna, inclusiva, sostenibile. Deve ripensare il modo di lavorare ma in un’ottica di flessibilità oraria, restando una città aperta. La ripartenza passerà dai suoi otto atenei, il suo motore".

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